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IL CACCIATORE regia di Michael Cimino

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JOKER1926     8 / 10  06/04/2020 02:52:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Il Cacciatore" sancisce il punto più alto della carriera di Michael Cimino, il film ideato nel 1978 è uno spaccato a sangue caldo sulla funesta guerra del Vietnam.

Le tematiche del lungo ventennio bellico, sono state trattate in vario modo da tante regie americane, "Il cacciatore", probabilmente, resta una delle prime pellicole della storia (sotto aspetti cronologici) ad affrontare il gravoso tema.

L'operazione cinematografica di Cimino è uno spaccato munito di una grande robustezza formale e contenutistica, su questo punto, crediamo fermamente, che "Il cacciatore", nella sua macchinosa e minuziosa struttura, regge il passo di grandi film che hanno fatto la storia, questo di Cimino è un prodotto paragonabile, per portata, a "C'era una volta in America".

E' servita sul piatto la fotografia di un manipolo di giovani ragazzi, fra amori e passioni, prima del mutamento inesorabile della spedizione in Vietnam.

"Il cacciatore" è divisibile, almeno come idea, in tre fasi. Cimino parte da un'introduzione sociale, fra usanze e costumi degli USA, per poi passare ad una seconda fase costellata da vicende belliche senza ritorno; la terza parte è una sorta di operazione algebrica, dopo la guerra, il totale è il risultato di quante sottrazioni?

Un cast di grandi nomi (e di grande concretezza) con Robert de Niro, John Cazale e Streep guida i fili del gioco. Parliamo di importantissime performance, Cazale, ad esempio, durante le riprese, apprende di essere vicino alla morte, ma non interrompe il lavoro. Cimino, ancora una volta, splendido e abilissimo nella stesura tecnica dell'opera, registriamo una fotografia quasi perfetta (specie sugli scenari aperti e nel Vietnam) e un ottimo e dirompente lavoro musicale. Gli attori entrano perfettamente nei tessuti di una sceneggiatura esigente.
La storia de "Il cacciatore" punta sull'essenziale, è risulta essere a dir poco apprezzabile, sono poche le vicende, che nelle tre ore di proiezione, sembrano essere fuori dalla portata della logica, registriamo solo qualche forzatura, probabilmente evitabile.
Le intenzioni di Cimino appaiano chiare, attraverso "Il cacciatore" è importante descrivere il mutamento straziante di una nazione, attraverso lo stesso declino dei personaggi, l'operazione funge da esempio brillante di efficace illustrazione.
Il dramma è spesse volte più nel simbolo che nella scena (le parti del conflitto hanno una durata assai relativa), gli uomini di una volta, cambiano nelle forme fisiche e anche in quelle mentali.

"Il cacciatore" rientra, con conclamato merito, nel novero delle migliori produzioni del suo periodo, si tratta di un film/testamento di Cimino. E' un film che riesce una sola volta nella vita.

Nel pesante e dolorosissimo disegno registico funziona tutto (o quasi), criticamente "Il cacciatore" ha solo qualche punto discutibile, progettare un film dalla durata di centottanta minuti è sempre un azzardo, Cimino supera pure questo primo scoglio, non era semplice. Criticabile, semmai, la perpetua liturgia della roulette russa. Il pathos del perverso gioco (mortale) raggiunge il suo acme con le sequenze in Asia; Cimino opta per una seconda (ri)presentazione scenica della situazione, la tensione rimane alta, ma sale la fatua sensazione di artifizio.
[Il "gioco" della roulette russa, in Vietnam e zone simili, è rimasto in auge per diverso tempo, ci sono le documentazioni, le persone disperate, senza soldi, puntavano su se stesse, nel nome di una scommessa atroce.]
Esclusi, dunque, alcuni virtuosismi di Cimino, "Il cacciatore" conferma di essere un film profondo e duro, anche in questo caso, il concetto di bellezza oggettiva, può essere tranquillamente usato. Fra la bellezza e l'oggettiva perfezione registica, nelle sue atmosfere malate e stagnanti, "Il cacciatore" riesce anche a penetrare la mente dello spettatore. Quando questo accade, significa che siamo al cospetto del grande Cinema.

La carriera sfortunata di Michael Cimino, registra un corpus di pellicole abbastanza ridotto nel numero, non nella pregevole qualità. Forse, insieme a Clint Eastwood, Cimino resta il maggior narratore delle vicende social/politiche contemporanee dell'America. Per chi studia la materia in questione, Cimino resterà per sempre un punto di riferimento, non solamente simbolico.

JOKER1926