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FUNNY GAMES (1998) regia di Michael Haneke

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Invia una mail all'autore del commento LukeMC67     9½ / 10  12/07/2010 13:09:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Chi ha avuto la fortuna di vivere un'infanzia in campagna forse avrà giocato -o visto giocare, o avrà partecipato- a quelle terribili "spedizioni" nelle quali si bruciavano formicai con la lente al sole o si infliggevano le peggiori sofferenze e le peggiori morti a innocui animaletti colpevoli solo di essere passati accanto ai temibili "cuccioli d'uomo". Beninteso, in quelle occasioni spesso accadeva di essere in gruppo ma il coraggioso di turno era uno (al massimo due), gli altri assistevano spesso con smorfia di schifo ma senza la possibilità di distaccarsi dal macabro spettacolo. Solo pochi rifuggivano o andavano a chiamare i genitori perché intervenissero. Poi si cresce e quell'aggressività istintiva e crudele che ha spinto qualcuno a compiere simili gesti (o ad assistervi) finisce sotto tabù, si prova orrore per simili fatti e si incanalano le spinte sadomasochiste su altri binari, da quelli positivi della competizione sportiva a quelli più patologici delle varie nevrosi. Eppure, la voglia di guardare insistentemente "dal buco della serratura" e, se possibile, dal vero senza essere però visti rimane più o meno in tutte e tutti noi: si chiama "voyeurismo".
Ma se a quegli istinti fosse dato libero sfogo, senza sublimazioni, e se essi fossero diretti verso altri esseri umani e non solo agli animali, cosa accadrebbe?
Michael Haneke, ineffabile regista terrorizzato dall'aggressività e dalla violenza umana, da buon "chirurgo dell'anima" quale è, prova a dare qualche risposta. O a porsi qualche terribile domanda.
E lo fa con un film implacabile, di violenza "pura" ed espressa a tutti i livelli umani possibili.
Attenzione, il titolo non è affatto ironico: i "giochi divertenti" di cui si narra sono realmente tali perché l'unica motivazione che spinge i due "bravi ed educati ragazzi" a compiere le efferatezze più immonde su una famigliola in vacanza mediamente antipatica ma assolutamente pacifica (almeno all'apparenza), è il divertimento allo stato distillato puro. Proprio come i bambini terribili quando seviziano gli animaletti: giocano, esprimono l'aggressività umana che ci abita, rimossa ma sempre in agguato.
Haneke, però, non si limita a questo. Cosa disturba veramente nella visione di questo film? Qualcuno ha detto che è la violenza raramente mostrata ma sempre suggerita; altri hanno fatto notare che la rigorosissima unità di tempo e luogo dell'azione permette una facile immedesimazione nella vicenda; altri hanno ascritto il merito alle interpretazioni degli attori, soprattutto dei due ragazzi e del bambino. Tutto vero, ma secondo me c'è una motivazione ben più profonda: Haneke, infatti, non si limita a un (peraltro scontato) discorso sulla violenza umana ma va ad affondare le mani nel nostro voyeurismo immergendoci in un mefistofelico meccanismo straniante nel quale noi spettatori siamo tentati di identificarci coi carnefici, a "divertirci" in un gioco che sappiamo finto perché recitato. Di più: con la famosissima sequenza del "rewind", Haneke si permette di prendersi beffa in un colpo solo sia di noi spettatori che della sua stessa creazione che stravolge perché apparentemente "sfuggita di mano"... in realtà è tutto scritto nella sceneggiatura! Cos'altro disturba particolarmente in quella sequenza? L'incoerenza della stessa? La sua inverosimiglianza? Il suo non realismo rispetto a una storia così raccapricciante da sembrare vera? Non lasciatevi sfuggire le apparentemente sofistiche battute che i due ragazzi si scambiano sulla barca a vela, nel finale del film: sta lì la chiave del racconto. Realtà e finzione coincidono: nella vita reale la nostra esistenza non è forse torturata da sofferenze gratuite inflitte (o permesse) da un Destino o da una Divinità che si permette di elargire morte e distruzione a Sua totale discrezione? La sceneggiatura del regista-demiurgo, quindi, diventa metafora della "sceneggiatura" delle nostre povere esistenze costellate di sofferenze, di distacchi e quindi di traumi e di morte. E quel mefitico "rewind" ci ricorda, metaforicamente, tutte quelle situazioni della Storia (o delle nostre singole storie) nelle quali l'ineluttabilità del Male ha trionfato con precisione e sadismo assoluti senza che noi potessimo farci niente. Un Male che più "banale" di così è impossibile da rappresentare (e da vivere).
Ma, appunto, siamo in territorio di metafora, dunque all'interno di una creazione, di un processo di comunicazione di cui noi siamo passivi fruitori.
Sicuro che siamo così passivi? "E' ladro tanto chi ruba quanto chi tiene il sacco", ci ricorda l'antico adagio popolare: il nostro voler vedere ad ogni costo ci attanaglia, cattura la nostra attenzione di fronte al Male molto più di quanto ci possa affabulare il Bene... Ecco che Haneke si diverte (anche lui!) a frustrarci non mostrando la violenza se non quando non è funzionale alla Storia da lui creata (l'omicidio del ragazzo da parte della donna). La nostra sensazione di disturbo diventa così l'affiorare della nostra voglia di vedere l'orrore e, contemporaneamente, il sentircene a disagio. Magari perché, inconfessabilmente, avremmo voluto "divertirci" anche noi senza mai essere le vittime.
Grandissimo Haneke.
elio91  12/07/2010 15:29:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Gran commento per uno dei film di maggior impatto che abbia mai visto. Ti entra talmente dentro che l'ultimo incubo che ho avuto riguardante un film è proprio dovuto a Funny Games. Haneke è uno dei registi poù intelligenti e di suo ho visto appena due film,devo recuperare qualcos'altro.
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  12/07/2010 18:07:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ti sconsiglio "Niente da nascondere" perché piuttosto ostico (anche se ha sequenze notevoli, su tutte il suicidio dell'autore delle videocassette), mentre obbligatori sono "Il nastro bianco" (forse il suo capolavoro, almeno fin qui), "La pianista" (una grandissima Isabelle Huppert, sembra indemoniata nel suo perversissimo personaggio), ma ho apprezzato moltissimo anche il pressoché inedito (da noi) "Storie" (lo trovi in Francia sotto il titolo "Code Inconnu") e "Il tempo dei lupi". Buona visione (si fa per dire: direi piuttosto, buona chirurgia!)!
Ciumi  12/07/2010 18:10:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il tuo commento è davvero molto interessante. E secondo me hai fatto bene, forse sconfinando anche un po', ad aprire una parentesi più ampia sul ‘male' quando scrivi: "nella vita reale la nostra esistenza non è forse torturata da sofferenze gratuite inflitte (o permesse) da un Destino o da una Divinità che si permette di elargire morte e distruzione a Sua totale discrezione?"
E' giusto denunciare un certo voyeurismo nell'essere umano, ma è bene anche comprenderlo: egli, l'uomo, reagisce a sua volta a maltrattamenti subiti, imita la natura in cui vive, è portato a farlo. Essa attua la violenza poiché non ha alcuna coscienza del dolore, mentre l'uomo sì, è di lui soltanto, ecco la sua dannazione.
L'adulto può (dovrebbe) frenarsi; eppure quell'istinto che da bambino lo portava a torturare o solamente a guardare torturati gli animali (io faccio parte del primo gruppo, ma credo che in verità sia il più numeroso), non può essere estinto o soppresso completamente con la ragione. Questo film (ma si potrebbe benissimo citare gran parte dei video giochi, d'altri film, dei cartoni animati) ne dà un'efficace dimostrazione. Lo spettatore si può limitare ad assistere da dietro lo schermo - 'che tanto è finzione, un gioco soltanto' - ma quand'anche le immagini fossero state reali, avrebbe provato ugualmente una certa attrazione, che è forse una grande curiosità senza rischi, forse una sorta d'esorcizzazione di quel dolore.
L'intuizione di Haneke non sta nello speculare (o almeno non esclusivamente) su quell'istinto 'di guardare', come hanno fatto e faranno in molti, ma nello stuzzicarne il nervo, per dirci: 'ecco, è qui, l'hai anche tu, e ti piace se qualcuno lo tocca'.
Se permetti un consiglio, a proposito dell'argomento violenza-voyeurismo, prova a guardare 'Il cameraman e l'assassino'; artisticamente forse non è bello come ‘Funny games', ma credo possa essere interessante se intendi approfondire l'argomento.
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  12/07/2010 18:21:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie Ciumi, dici cose che condivido in pieno: la nostra razza ha consapevolezza del dolore (anche se qualche dubbio ce l'ho pure per gli animali: i lunghi anni passati in campagna mi hanno fatto toccare con mano quanto pure gli animali "sentano" la sofferenza) e questo produce le reazioni di cui parli. Siamo tutt* feriti, gran parte del Male che facciamo -consapevolmente o meno- deriva dal dolore di queste ferite che bruciano.
Mi dai qualche dritta sul film che mi segnali? Mi incuriosisce!
Ciumi  12/07/2010 20:36:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E’ una sorta di finto documentario in cui una troupe filma le gesta, i metodi, la vita di un pluriomicida; totalmente amorale e provocatorio, l’angoscia che suscita deriva soprattutto dal fatto che mentre lo si vede (o almeno per me è stato così) sorge il dubbio che ciò a cui stiamo assistendo sia autentico. Una complicità viene sancita tra chi riprende e l’assassino, ma, seppure il titolo non lo citi, anche con lo spettatore. Sicuramente non un’opera che può lasciare indifferenti.

p.s. Io lo vatai con un 7, ma forse meritava qualcosina di più.
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  12/07/2010 20:56:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' un film belga del '92 presentato a Cannes, per caso? Se è quello, ne possiedo la versione originale da anni! Inquietantissimo, al confronto REC impallidisce!! Potrei rivederlo e recensirlo, in effetti.
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  12/07/2010 21:09:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"C'est arrivé près de chez vous", questo è il titolo originale... Uh! Sì, è uno dei miei preferiti: l'antesignano del Blair Witch Project ma in versione disturbantissima!!
KOMMANDOARDITI  15/07/2010 22:45:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'antesignano degli antesignani resta CANNIBAL HOLOCAUST e più in la del film di Deodato difficilmente ci si può andare (in quanto a violenza grafica e sconsideratezza).
IL CAMERAMAN E L'ASSASSINO tra l'altro era uno dei due film preferiti di sempre di Lucio Fulci (l'altro era il maniacale ANGST, che ti consiglio vivamente di vedere).

Per quanto riguarda FUNNY GAMES trovo sia un film parecchio sopravvalutato (non dai dizionari che giustamente lo ritengono un buon film, non un capolavoro), quasi una versione sadica e grottesca delle comiche mute o dei film di Malcolm St. Claire con la coppia Laurel/Hardy. La riflessione che emergerebbe sulla banalità del male non mi è mai sembrata così geniale e memorabile.
Un bel film ma senza rinvenirci all'interno troppe valenze nascoste.

Ma sono pareri strettamente individuali, nulla più.
Ciumi  13/07/2010 17:55:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Esatto, dunque l’hai già visto!
Tra l’altro ricordo che proprio nel commentare REC (che non mi è piaciuto, l’effetto della ‘presa diretta’ si perde, secondo me, nell’inverosimiglianza dei soliti zombi urlatori) era nata poi una piccola discussione attorno al ‘Cameraman e l’assassino’. ‘Blair Witch Project’ invece non l’ho mai visto.
oh dae-soo  12/07/2010 13:32:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Come ti ho già detto per Moon, gran commento anche qua. Film bellissimo, sono d'accordo, e perfettamente analizzato tanto da rendere superfluo ogni ulteriore commento. Hai visto anche "Niente da nascondere?"? Ciao.
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  12/07/2010 17:54:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao carissimo! Come stai, anzitutto? Certo che ho visto anche "Caché": lo recensirò presto insieme a "La pianista". Avrai capito che sono un fan assatanato di Haneke...!! P.S.: Lo sai che RaiMovie (Digitale Terrestre o Tivùsat) sta facendo tutti i film di Haneke? Peccato che li danno sempre dopo mezzanotte e mezza!!
oh dae-soo  12/07/2010 18:34:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tutto bene, grazie. Come dici ad Elio, considero anch'io Il nastro bianco il capolavoro di Hanecke, ma lo stordimento che mi ha dato "Cachè" è incredibile. Il suicidio è una delle scene più "improvvisamente terrorizzanti" che abbia mai visto. E' un film da rivedere, come spesso con Hanecke. La sua più grande capacità, è il mostrare senza dimostrare; l'offirci delle carte, anche scoperte, ma, come fossero tarocchi che non conosciamo, lasciare a noi l'interpreazione.
amterme63  17/07/2010 16:11:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'ho letto solo ora, Luca. Bellissimo commento (meno belle le cose descritte). Purtroppo non ho la conoscenza cinematografica che hai tu, Ciumi, oh-dae sooh, ecc. Come vi indivio!! Volevo solo chiacchierare con te sulle questioni che hai aperto. Io ho passato l'infanzia in campagna e ho saputo di tante torture, solo che io appartenevo alla persone che scappavano (ma che per codardia non denunciavano). Sinceramente faccio fatica ad usare violenza ed odio nei rapporti persona-persona, non me lo sento proprio dentro (mentre li sento benissimo verso i grandi "burattinai" della società umana). Forse è per questo che non mi sento assolutamente attratto dai film horror o mega-violenti così tanto di moda. Le uniche sequenze che mi perseguitano sono quelle del finale di "Salò" di Pasolini, ma quello non è certo piacere o curiosità, è terrore allo stato puro, terrore soprattutto morale. Guardo in faccia la gente e mi dico dentro "quello un giorno potrebbe diventare un torturatore" e mi viene l'angoscia.
Nonostante ciò non sono d'accordo che esista un Destino o una Divinità che elargiscono morte e distruzione. Siamo noi uomini che facciamo e disfacciamo a piacimento. Certo il generale sfugge a chi è particolare, ma se cominciassimo ad usare attivamente la Ragione e la Volontà a dovere, qualcosa forse potrebbe cominicare a cambiare.
Ultima cosa: certo che gli animali hanno cognizione del dolore e addirittura cercano di intervenire per aiutare. Sono stato testimone di una scena incredibile. Passavo con l'auto in un paesino, quando dopo una curva vedo per terra in mezzo all'asfalto una rondine con un'ala spezzata che si dibatteva disperata. Sopra di lei volavano altre due o tre rondini proprio sopra, quasi a toccarla, come se la volessero aiutare o portare via. Queste rondini addirittura vincevano la paura delle auto in transito apposta per aiutare la compagna.
E' stata una scena che mi ha molto impressionato. Anche il mio compagno che sedeva accanto in macchina è rimasto molto colpito e ci ripensa spesso.
Scusa la grafomania. A presto.
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  18/07/2010 14:31:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anch'io penso che tutt* noi potremmo un giorno essere dei torturatori, io non mi tiro affatto fuori. La genialità del film di Haneke sta proprio nel saper creare un perverso cordone ombelicale tra i due ineffabili torturatori-assassini e noi spettatori. La reazione comune è quella di provare disgusto proprio perché, se non riusciamo a identificarci con le vittime (et pour cause!!), pretendiamo di allontanarci dai carnefici di cui però vorremmo vedere le torture inflitte e i delitti perpetrati. Ma Haneke ce li lascia inesorabilmente fuori campo, sentiamo solo grida e rumori che ci lasciano immaginare il peggio; troppo poco per dei voyeur che stanno al cinema! Comunque il riferimento a "Salò" può starci anche per questo film se non altro per la "violenza morale" che prevale su quella fisica. Con la differenza che Pasolini decise di mostrarla mentre Haneke ha deciso il contrario. Il risultato è sempre lo stesso.
Quando parlavo di Destino o Divinità elargitori di morte e distruzione non intendevo necessariamente in senso diretto, anche attraverso il perverso meccanismo della cosiddetta "Natura"... Agli uomini fatti di Ragione e Volontà ho smesso di credere da un pezzo: l'irrazionale è molto più potente. L'unico argine che possiamo mettere è quello di conoscerlo attraverso la Ragione, ma quando certi meccanismi si innescano... non c'è più niente (o quasi) da fare.
Non so se consigliartelo, questo film...