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FUNNY GAMES (1998) regia di Michael Haneke

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Diames     8½ / 10  07/08/2006 19:04:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Probabilmente il capolavoro di Haneke (per ora). Lo spettatore viene coinvolto dai carnefici, e dal regista, i quali si prendono evidentemente gioco di lui, inventandosi moventi fasulli, complicando "inutilmente" una situazione già agghiacciante di per sé, affrontandola come fosse un gioco divertente, appunto. Ma attenzione: viene sì alimentata la morbosa sete di violenza dello spettatore, che vorrebbe (più o meno consciamente) assistervi, però la telecamera non inquadra mai le scene in questione, le quali vengono semplicemente suggerite. La frustrazione indotta nello spettatore è evidentemente un modo per prendersi gioco di lui (eclatante da questo punto di vista la scelta del "replay"). Insomma, la vera vittima, il vero personaggio che, da questo film, ne esce sconfitto è, come ho già detto, lo spettatore, il quale sarà costretto, suo malgrado, a rivolgere lo sguardo su se stesso e giudicarsi. Una sorta di saggio sulla violenza cinematografica (e sullo schermo in generale, al quale, solitamente, ci sottomettiamo passivamente). Ci sarebbero un mucchio di cose da dire, ma non vorrei esagerare con gli spoiler. Concludo dicendo ce "Funny games" potrebbe essere considerato, tra le altre cose, l'"anti-filmdigenere" per eccellenza, in quanto si prende gioco della retorica di gran parte del cinema che conosciamo (retorica che, dalla nostre reazione al film, si rivela essere parte integrante di noi stessi, dei nostri giudizi e dei nostri desideri) e di coloro che si accasciano su questi stereotipi, godendone passivamente. "Funny games" è tutto fuorché un film d'intrattenimento; per questo forse, coerentemente, manca di valore strettamente estetico (il che però, ovviamente, incide non positivamente sulla valutazione). Un film che, se c'è giustizia (Haneke sembrerebbe suggerirci di no), verrà ricordato.