c'è la ladra in fuga come in 'Psyco', o la voce mutata, recondita, che giunge a confessarsi da un remoto passato; c'è il trauma e il matrimonio 'psicoanalitico' come in 'Vertigo'; e certi toni da thriller ma non c'è omicidio, e vaghi aspetti dello 'spionistico' ma non c'è complotto. In effetti, dal personaggio di Mark Rutland, che suggerisce ambiguità, troppo leale e interessato alla donna in maniera sospetta, ce li aspettiamo entrambi, delitto e inganno; ma egli si rivela essere invece quel che sembra, inverosimilmente: uno psicologo, un elemento fondamentale inserito nella storia ad attuare una lunga seduta.
Poi, i difetti del regista sono sempre gli stessi (o almeno secondo me), un certo abbandono allo spirito hollywoodiano, gli scenari 'finti' e la troppa compostezza dei divi. Ma questo glielo abbiamo sempre perdonato.
Probabilmente è il film di Hitchcock dove più viene accentuato il timbro psicoanalitico.