Weamar 8 / 10 02/11/2010 01:34:29 » Rispondi Ho serie difficoltà a commentare un film del genere (che, errore mio, ho snobbato alla grandissima), semplicemente perché non saprei collocarlo in un genere specifico. Una storia drammatica, dalle sfumature horror psicologiche, che s'intreccia ad un romanticismo cinico, crudo e gelido ma che nonostante tutto riesce ad entrarti dentro con garbo, chiedendoti il permesso. E' un film talmente tanto emotivo che riesce a farsi perdonare alcuni buchi di sceneggiatura evidenti e, a volte, snervanti. Dopo "Twilight", il film di Alfredson riesce a distaccarsi creando una storia delicata e originale. Perchè le vicende di Oskar, ragazzino sociopatico e solitario, ed Eli, compagna macchiata da un oscuro passato, sono recitati egregiamente dai due piccoli attori che ruotano la loro maturità dentro un paesaggio freddo, essenziale e puro (entrando così in contrasto con l'intera vicenda) distaccandosi a poco a poco da quel mondo "adulto" fatto solamente di persone ristrette, marginali e infantili. Un applauso alla colonna sonora.
E' difficile classificarlo come "romantico". In una delle prima scene, il "servo" di Eli viene trattato malissimo da quest'ultima, cosa che toccherà ad Oskar prima o poi. E sebbene la sequenza dell'ospedale sia carica di angoscia e tristezza, è schifosamente perfetta ed instabile.
Non credo che Oskar subirà la stessa sorte, nel suo caso è affetto vero mentre nel'altro caso è un rapporto di pura convenienza. Però effettivamente questo lo si può capire solo leggendo il libro, mentre il film lascia questo dubbio.