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BASTARDI SENZA GLORIA regia di Quentin Tarantino

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Mr.619     10 / 10  17/11/2011 14:05:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quentin Tarantino, la "iena" di Hollywood, colui che ha rivoluzionato irreversibilmente il sistema cinematografico, adesso è andato oltre le sue stesse potenzialità proiettive, adempiendo all'ultimo desiderio richiedibile al cinema: riscrivere la Storia.Come un vetusto film dai precordi a dir poco leoniani e viscontiani ( i titoli di testa e la sequenza iniziale), la pellicola trasfigura la dimensione immaginifica dello scenario europeo ed umano del tempo, raffigurando i personaggi in tutta la loro naturalezza, alienazione e surrealismo esistenziale.Il film presenta, come avvenne per "Pulp Fiction", la suddivisione in cinque episodi, apparentemente scissi fra loro, ma, in realtà, necessari per lo straordinario scioglimento finale ( che qui non verrà rivelato).Mattatore dello schermo si rivela un attore sorto recentemente alle luci della ribalta, Christoph Waltz, alias "Colonnello Hans Landa", o, per meglio dire, il "cacciatore di ebrei", incaricato di sgominare la banda dei "Basterds" capeggiati dal tenente Aldo Raine ( magistrale Brad Pitt), il quale possiede un immane debito nei confronti dei soldati tedeschi: il ratto di cento scalpi nazisti per ognuno degli otto soldati ebrei al suo comando ( a tal proposito, Eli Roth, alias "l'orso ebreo Sergente Donnie Donowitz", è sublime nell'interpretazione del suo ruolo).Ma non è l'unica attenuante della vicenda: ad estendere la materia trattata concorre in special modo una "mademoiselle" francese, tale Shosanna Dreyfus, che, dopo essere scampata allo sterminio della sua famiglia messo in atto per volere dello stesso Landa, ha l'opportunità di cogliere la vendetta meditata per tre anni: nel suo cinema parigino si terrà la "premiére" di "Orgoglio della nazione", l'ultimo presunto "capolavoro" di Joseph Goebbels.L'obiettivo è semplice: tutte le uova marce, compreso Hitler, che si trovano al contempo nello stesso cesto dovranno essere eliminate.Tutto questo nella scena finale, manifestantesi quale lavacro delle passioni e del processo di riflessione storiografico.L'estrema rivelazione del marchio evolutivo dell'uomo.L'illusione diveniente (ir)relatività della realtà.Capolavoro.
Com'è uso in ogni opera tarantiniana, anche il suo ultimo film, "Bastardi senza gloria", ha una colonna sonora, una "soundtrack" di grande rilievo: già a partire dai titoli di testa è possibile notare l'adattamento di una delle più grandi musiche di Dimitri Tiomkin, "The green leaves of summer", scritta per "La battaglia di Alamo".Il tutto, come presupponibile per una pellicola tarantiniana, coadiuvato dal tocco maestrale di Ennio Morricone ( rivisitazione della "Per Elisa" di Beethoven ed alcune arie tratte da molteplici film, quali la memorabile " Rabbia e tarantella" finale di " Allonsanfàn").Ma, ovviamente, non vi è solo Morricone a comporre la lista degli autori musicali: oltre a lui, l'orecchio dello spettatore sarà dilettato altresì anche dall'utilizzo di una canzone "rock" di David Bowie, "Cat people" ( scritta in compartecipazione con Giorgio Moroder per "Il bacio della pantera nera"), che assume maggiore risalto in quanto calata in un contesto per così dire anacronistico, passando attraverso l'ascolto di melodie apparentemente misconosciute, ma idonee al fine postosi dal regista ( la convergenza delle immagini con le sensazioni transfondentesi e l'arcaico manierismo cinematografico).Ma anche questo, e molto altro, è Tarantino.Si potrebbe dire che lui , sotto questo punto di vista, compia un'operazione di schellinghiana memoria : restituisce all'arte quella funzione mediatrice tra particolare e universale, tra finito ed infinito, nel suo "superamento" e nella sua sintesi.La verità in sé e per sé.