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BASTARDI SENZA GLORIA regia di Quentin Tarantino

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julian     8 / 10  13/10/2009 23:03:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Once upon a time, in nazi occupied France..."
ed è già una: Leone.

Tarantino è assolutamente il tipo di uomo che tutti noi vorremmo essere:
non è cresciuto un filino, e i suoi film lo dimostrano;
il solo vantaggio di esser adulto è, per lui, quello di poter realizzare ogni cavolo di fantasia che gli sia venuta in mente da bambino materialmente, e questo perchè è diventato un grande, un grandissimo del cinema mondiale.
Lui i film li gira perchè si diverte; è lo stesso discorso di quando vediamo un campione di calcio, Messi per parlare al presente, che ti fa emozionare perchè nel giocare ci mette lo stesso entusiasmo che avrebbe potuto avere quando a sei anni giocava per la strada con le palle di pezza.
Ebbene, parrà moralismo il mio, ma la faccenda sta così. L'odore dei soldi, credo e spero, non intaccherà mai l'arte del mitico Quentin, perchè sottomettersi al loro potere significa rinunciare alle proprie idee, alle proprie passioni, alle proprie fantasie appunto.
Il film, da quando è stata lanciata la campagna pubblicitaria, mi ha lasciato di stucco: ma come ? Quentin Tarantino gira un film ambientato nella seconda guerra mondiale ? Nel nostro noioso e sbagliato mondo ?
Nooo, non è possibile. I suoi personaggi, le sue storie, galleggiavano nel nulla temporale: ovvero, non si è inventato epoche fantastiche e ambientazioni alla Tolkien no, ma i suoi riferimenti erano del tutto casuali, indefiniti e a dire il vero per nulla importanti ai fini della trama.
Anzi, il tempo ha così poca importanza che Tarantino spesso lo frantuma.
Perchè allora andare a ricacciare un periodo così sporco della storia dell'uomo ?
La scappatoia sta nel fatto che Tarantino non racconta una storia, ma nemmeno la storia, racconta un'altra storia. La riscrive.
Sarà capitato qualche volta, anche involontariamente, nel cinema, ma credo mai così drasticamente.
Io cmq la genesi del film me la sono immaginata così: Tarantino adolescente annoiato tra i banchi di scuola che, mentre la professoressa spiega lo sterminio degli ebrei da parte dei nazisti, viaggia con la mente e nel fantasticare si vede capo di una squadra di ebrei vendicativi, sanguinari e spietati che seminano il panico tra le gerarchie naziste raccogliendo gli scalpi degli ufficiali e marchiando loro le fronti.
Non a caso il progetto ha circa trent'anni, ed è quindi venuto man mano arricchendosi fino a diventare il concentrato di omaggi cinematografici, musicali, letterari che è: Bastardi senza gloria, una prova impressionante di cultura, specialmente cinefila.
Inutile ora stare ad elencare le citazioni; apparte che lo avranno fatto tutti, ma cmq ne ho colte poche (una è addirittura Cenerentola) perchè Tarantino predilige un cinema di nicchia di cui ho scarsa conoscenza.
Del film, che dire ? Va digerito lentamente. Sono rimasto spiazzato inizialmente, ma poi leggendo qua e là sono arrivato alle conclusioni di cui sopra che me lo hanno fatto apprezzare di più.
Tecnicamente perfetto, con lunghi tratti da capolavoro (scena iniziale nella casa di Shoshanna, prima comparsa dell'orso ebreo di chiara influenza Leoniana) alternati ad altri estenuanti e troppo lenti, musiche da capogiro e attori eccezionali (anche io mi schiero a favore di Waltz su tutti).
La capacità di Tarantino di passare da un genere all'altro è impressionante, così come quella di aumentare il ritmo nel giro di secondi e di dettare le regole dell'attenzione dello spettatore.
L'autoriferimento finale è semplicemente geniale: "credo che questo sia il mio capolavoro"; la risposta però è no.
Le iene e Pulp rimangono una spanna sopra, ineguagliabili e a tal proposito mi pento e mi dolgo per gli 8 che ho dato loro (secondo il mio nuovo metro un buon 8 e mezzo per tutti e due).
Da rivedere con calma più volte.
amterme63  14/10/2009 15:13:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Tarantino non racconta una storia, ma nemmeno la storia, racconta un'altra storia. La riscrive"

Bella l'immagine di Tarantino sui banchi di scuola che immagina questa storia. Questo film secondo me dice più di quello che vorrebbe dire. Di bambini sui banchi di scuola che immaginano rese dei conti verso l'ingiustizia (o quella che loro reputano tale) ce ne sono stati tanti e ce sono tutt'ora. Molti di questi fanno come nel film: si fanno saltare in aria; sgozzano, maciullano senza farsi tanti problemi proprio perché si sentono in dovere di farsi giustizia.
Alcuni traducono in fantasia, altri in pratica; la molla però è la stessa. Chi immagina è come se desiderasse realizzare. Siamo tutti kamikaze potenziali. Il giro vizioso della vendetta non verrà mai spezzato. Clint Eastwood in Gran Torino ha invece avuto il coraggio di pensare una cosa del genere.
Dimmi, il fine giustifica i mezzi? La vendetta è un diritto automatico dell'individuo? La si può condire con violenza gratuita? A livello sentimentale ed emotivo questo film è molto reale e per nulla fantastico. Se hai gioito allora vuol dire che sei d'accordo o complice. Forse mi sbaglio e non voglio comunque accusarti di niente o offenderti. Se così fosse, ti chiedo scusa fin da ora.
julian  14/10/2009 19:09:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La risposta a questa tua domanda la potresti trovare nel mio commento a Dogville. Se ti va (e se il film l'hai visto)...