Gualty 9½ / 10 30/03/2009 03:56:14 » Rispondi Una macchina, da lucidare e da custodire con gelosia. Il ricordo del sogno americano, delle promesse della sua società, dei suoi fuochi fatui. e la realtà che circonda questa macchina, una realtà di incomprensione, incomunicabilità. Tra un vecchio padre reduce di guerra e la sua famiglia, tra le diverse culture che si scontrano, non più melting pot ma campo di battaglia, che si ritorce poi ironicamente verso la propria stirpe. verso quella che non vuole scontrarsi ma integrarsi. la speranza che ci si possa capire, incontrare, compatire e comprendere, a volte quando ormai si sta sputando sangue, a volte quando ormai è molto tardi, troppo
la telefonata di Clint al figlio dopo aver ricevuto il referto medico, e la perplessità e il dubbio dopo che gli ha quasi attaccato il telefono in faccia
, l'ottusità delle risposte da baciapile, i peccati sul fronte, il problema (forse un po' trascurato) della mafia da quartiere, la crescita di un uomo. e nonostante questa carrellata di profondi temi per buona parte del tempo è un film scorrevole, piacevole, persino "divertente".
Un film che ci dice che il cuore dei progetti e delle ambizioni dell'occidente non è necessariamente un cuore europeo, non un volto greco-romano-anglosassone, non un legame di famiglia. un film che consegna il proprio tesoro, la Gran Torino, nelle mani di Tao, a condizione che non deturpi la carrozzeria con cadute di stile tipiche di ogni etnia, dai coatti ai gringos fino ai tamarri messicani alle checche asiatiche.