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GRAN TORINO regia di Clint Eastwood

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Zero00     9 / 10  18/03/2009 09:59:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma che bello questo film. Il buon vecchio Clint se ne esce con questo bellissimo lavoro, cucito su misura per lui. Nonostante in un primo momento possa sembrare l'elogio del politicamente corretto e del banale, in realtà questo film americano si rivela una feroce critica all'america perbenista e un elogio della multietnicità, vero fulcro dell'america d'oggi. Il personaggio segue la rotta di altri personaggi dello stesso regista, la continuità rende sensata una carriera costellata da tanti capolavori e film meno riusciti ma comunque buoni. Kowalski, questo razzista per modo di dire, polacco americano, non è altro che lo sviluppo di un unico e coerente personaggio/Eastwood. I suoi comprimari (italiani, irlandesi) sono anch'essi come lui, hanno costruito l'america classica di Clint pezzo per pezzo, come i padri fondatori e i colonizzatori di altri tempi. Essere Americano è cio che gli accomuna tutti e gli distingue dai "parassiti", che prendono senza dare, che distruggono invece di costruire. Per il resto le tematiche sono le solite: il ruolo dei genitori, troppo, molto spesso putativi, scelti dalla vita e non da un capriccio del caso. Il bene che si confonde con il male (e una persona fondamentalmente buona si macchia di cose terribili), la vita con la morte. Il tutto poi si chiude con la voce del buon vecchio regist/attore/autore. Bellissima, che sa di vissuto, come la storia che ha raccontato.
C'è da chiedersi cosa tirera fuori dal cilindro la prossima volta il Mago Clint