caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

NIGHTWATCHING regia di Peter Greenaway

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
elio91     8 / 10  24/07/2012 12:02:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Continua ad affascinare Greenaway, questa sua opera è una deliziosa e provocatoria riflessione sul mestiere del pittore e del regista che egli trova siano accomunati; da alcune dichiarazioni si evince che il gallese trovi proprio Rembrandt e i suoi dipinti nient'altro che precursore del cinema in senso pieno: in questo senso è clamorosamente ispirata la sequenza in cui la Ronda di Rembrandt viene inquadrata con vari effetti sonori ed è vero, sembra essere cinema vero e proprio.
Ciò che posso contestare quindi non è il film in sé, né la trama complottista ricostruita in maniera fantasiosa, magari controversa ma di certo affascinante da Greenaway (chissà se ha letto il Pendolo di Foucault di Umberto Eco). Sempre di cinema, di finzione si tratta. E il barocco visivo che contraddistingue da sempre lo stile di questo esteta straordinario cattura, rapisce e stordisce chi guarda, oggi come ieri e come sicuramente ancora accadrà in futuro.
Contesto invece le dichiarazioni di Greenaway sul cinema morto, certo interessanti e tutt'altro che scontate; ma se pretendi di distruggere la narrazione cinematografica partendo dall'immagine come altri artisti della settima arte hanno fatto, allora non puoi prendere come esempio di certo Nightwatching: ha una trama lineare addirittura, forse è uno dei film in questo senso più convenzionali del regista; è didattico nella sua pretesa di illustrare un complotto che può o non può esserci stato (ciò non mi interessa, il valore dell'opera e di Rembrandt e di Greenaway resta di altissimo valore); è infine presuntuoso lo stesso Greenaway con le sue dichiarazioni contro tutto e tutti, non puoi permetterti di dire certe cose se col cinema morto poi fai l'amore col cadavere, e son sicuro che ti piace pure.

Resta, al di là di questo sassolino nella scarpa personalissimo, cinema a tratti sublime, unico nel suo genere e di cui oggi più che mai abbiamo bisogno. Lunga vita a Greenaway!

"Non posso vivere! Dov'è la luce? Sono cieco! Chilometri e chilometri di oscurità dipinta..."