caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

THIS IS ENGLAND regia di Shane Meadows

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento pompiere     8 / 10  30/08/2011 16:54:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La pressione delle dita sui bottoni dei videogiochi, per combattere l'ennesima, pericolosa invasione aliena. I pomeriggi trascorsi davanti la tv a seguire le assurde avventure di "Supercar". L'adesione al mito musicale dei Duran Duran. L'aerobica aggregatrice. L'intesa di massa nei confronti del matrimonio di Lady Diana Spencer. Il cubo di Rubik. Gli zuccherati passatempi regalati dai lollipop. Tutte caratteristiche assodate che ci rimandano indietro nel tempo, e precisamente ai primi anni '80.

In mezzo a questo "dolce far niente", una signora all'apparenza imperturbabile ma in realtà galvanizzata dalle privatizzazioni. Una donna dai capelli impettiti color rame, probabile risultato di un dito dimenticato dentro una presa elettrica. Margaret Thatcher è, fino ad oggi, l'unica donna ad esser stata Primo Ministro inglese, e uno dei pochi politici ad aver creato disastri economici infausti soprattutto durante i primi quattro anni del suo mandato.

L'Inghilterra che esce da questo periodo è quella presentata all'inizio del film di Shane Meadows: condomini periferici che sembrano casermoni dismessi e lasciati al loro funesto destino, minoranze razziali assediate dagli skinhead, nascita di gruppi di estrema destra, scontri di disoccupati ribelli. E una guerra assurda. Perché in guerra si muore, e si lasciano eredità familiari a metà: una delle tante "valenze sociali" che il conservatorismo della Lady di Ferro aveva sempre negato esistesse.

Shaun (un aderentissimo e sorprendente Thomas Turgoose) ha 11 anni. Trascorre il suo tempo lontano da tutti, in mezzo a campi isolati, a fabbricati pericolanti; gira con la bici, perso tra i ricordi di un padre soldato ucciso nelle Falkland e la paura di incontrare i compagni di scuola che lo prendono in giro. Nella periferia della periferia, incontra e stringe amicizia con un gruppo di frustrati che simpatizzano con idee non proprio democratiche… e, come in "Dead man's shoes", assistiamo a un ragazzino che soggiace alle bieche suggestioni di adulti manipolatori.

Il film sembra un "Inghilterra in autunno" raccontato in un episodio unico: un ritratto sensibile di quegli anni dai forti contrasti politici e sociali, caratterizzati da inesauribili spirali di violenza. Il regista stempera in un linguaggio cinematografico poetico (dal pianoforte di Ludovico Einaudi arrivano note che coccolano la nostra emotività) che non intenerisce del tutto. Piuttosto, un'ansia nevrotica si insinua sottopelle strisciando come uno di quei serpenti di campagna. Silenziosa, composta e forse malintenzionata.

"This is England" trova la sua misura ideale grazie a uno sguardo stizzito e straordinario sull'epoca thatcheriana, la quale impose indottrinamenti guerrafondai, in perfetto parallelismo con i propositi reaganiani, e lasciò un retaggio di uomini poveri, arroganti, cattivi quasi candidi nella loro oscillante lucidità. E ciò è ben testimoniato dalla ricerca ossessiva di un credo nazionalistico esagerato, da uno sviluppo di una sensibilità nazista che crebbe impercettibile, come una piccola macchia di sangue che degenera in un cancro irreversibile.

Un po' come succede, con altre forme, in altri tempi e circostanze diverse, nella nostra povera penisola, dove il film di Meadows è stato distribuito in modo a dir poco sciagurato, nonostante la vittoria del Premio Speciale della Giuria al Festival di Roma nel 2006 e vari altri premi raggranellati in giro per l'Europa. La bava anticulturale nociva lasciata dal berlusconismo ha ben attecchito. This is Italy. Ultraconservatrice e senza rivolte.
KOMMANDOARDITI  31/08/2011 10:13:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Scusa Pompiere, al di la di sterili polemiche di taglio prettamente politichese (forse il tuo infervoramento cecizzante non ti ha permesso di specificare che l'Inghilterra thatcheriana non è stata poi tanto peggiore dell'Inghilerra parimenti americanofila ed interventista di mr Blair), dicevo al di la di ciò, l'Italia "ultraconservatrice" di cui scrivi è per caso la stessa che per 40 anni e più ha sistematicamente ostracizzato, boicottato, bandito ed esecrato attraverso giornali, critica e intellighenzia tutte le opere di un autore fondamentale per il nostro Cinema internazionale come l'ei fu Gualtiero Jacopetti? E' di questa Italia che scrivi così animosamente? Se è questa allora son d'accordissimo con te.
L'Italia bacchettona e paraocchiuta dei "quelli son solo b-movies", "si tratta di semplice pornografia della violenza", "Germi in fondo non era un gran maestro", "Risi non era un comunista e quindi non merita attenzione", "Matarazzo girava solo polpettoni melodrammatici sotto-sirkiani", "Castellari era un truce reazionario e i suoi KEOMA e IL GRANDE RACKET son mere pellicolette revansciste e nichilistiche", etc. etc. etc.

Se il Paese cui fai riferimento è quello di cui sopra, ripeto, sono profondamente d'accordo con quanto hai scritto.
Perciò ti invito vivamente, ben presumendo la tua apertura mentale tollerante e progressistica, a venire a porgere un ultimo saluto al grande Jacopetti, omaggiato dal sottoscritto umile recensore nel thread REGISTI del nostro carissimo forum.

Ti aspettiamo a braccia aperte.

P.S.: Senza polemiche, sia chiaro.
Invia una mail all'autore del commento pompiere  31/08/2011 16:42:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non c'è nessun ardore cecizzante. Solo un paragone funambolico tra l'epoca analizzata in parte dal film e quella italiana attuale. Saranno stati i capelli che sembrano stare su da soli a indurmi a questo confronto votivo.
Quando avrò tempo, verrò volentieri a leggere di Jacopetti.
Grazie per l'invito :)