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LABIRINTO DI PASSIONI regia di Pedro Almodovar

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arpia     10 / 10  16/01/2011 15:09:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non condivido affatto le critiche ad un film di Almodovar, il quale (per un labirinto di passioni da minotauro e icaro che tenta di spiccare i voli) abbia scelto tematiche e cast di primo piano e di prima fila. Almodovar e altri film di banderas meritano studi a parte. Non si dimentichi che Almodovar, crudamente, illustra la storia di Benigno, cancro d'ospedale di como su cui stanno le tre civette a far l'amore con le figlie del dottore, e coglie bnissimo il fondo del problema "parla con me" o parla con lei.
Banderas, il cui nome Josè Antonio Dominguez (il nipote minore è Domingòs) è anche il marito di una mia mita, Melanie Griffith, il cui ruolo di semplice impiegata in carriera nel mondo dell'alta finanza radiofonica e di tante pretty wooman, l'avrò rivisto - senza esagerare - cinque volte, come five fingers. Bravi e belli entrambi.
Ma banderas, appunto, rappresenta anche il viso della bandiera: ciò che identifica una intera nazione e popolo, semprechè mantenga fede nei colori e nei contenuti a quanto promesso. Per una foglia di acero rosso a cinque punte basta una mano. Per una stella di David a fondo bianco e azzurro ce ne corre. Incidenter tantum i più ortodossi rabbini contestano, appunto, l'esistenza di una "bandiera" di tal fatta potendosi al mondo rappresentare una stella gialla e piena su fondo bianco.
Una Bandiera è una bandiera e va sempre rispettata!
Certamente quasi tutte le bandiere, purtroppo, furono distrutte per vicende belliche. Restano però tante bandierine. Ad esempio, dopo la guerra, in tema di "stazioni radio" a contenuto freedom e libero rispetto ai limiti di stato, nel 1964 (mio anno di nascita) nacque, appunto per la memoria, radio CarolinE, in acque internazionali ovviamente. Per contendersi il primato con la terranea "radio Lux emburg". Nacque come radio "pirata" in acque internazionali e con una infinità di "bandierine" per la memoria e per la shoah.