caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

MESHES OF THE AFTERNOON regia di Maya Deren

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento Elly=)     9½ / 10  19/10/2012 21:24:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Capolavoro muto del cinema sperimentale, uno di quei pochi film che sa veramente parlare con le immagini e non importa quale significato possano avere, perché ad ognuno di noi comunicheranno qualche cosa di diverso, perché se è vero che il film si rifà al surrealismo che deriva dal sogno il quale attinge dall'inconscio, allora è buono sapere che l'inconscio parla in base alle nostre esperienze.

Di primo acchito ho pensato al suicidio portato dalla quotidianità domestica che le donne hanno sempre subito senza ribellarsi e che ora, in tempi in cui la modernità sembra arrivata, le donne non siano più schiave delle quattro mura di casa, siano delle anime libere che possono fare qualsiasi cosa. Ma i cambiamenti sono ancora troppo caldi, non tutti accettano questo modo di pensare, chi di loro prende il potere rischia di sentirsi isolata, e se questa solitudine portasse a non raggiungere i propri scopi?al fallimento?si rischierebbe di impazzire, e l'unico modo per porre fine a questa pazzia sembrerebbe togliersi la vita, e così senza accorgersene si ritorna al punto di partenza, in un gioco che si ripeterà all'infinito.
Poi ho ragionato un pò su, sui vari simbolismi che poteva comunicarmi l'opera e sono arrivata alla seguente conclusione.
Il fiore che lei raccoglie simboleggia la bellezza della natura, il generarsi della vita, ma questo fiore si trova in una strada deserta, nell'aria c'è il sapore di un'amara solitudine che poco a poco semina i suoi germi dentro la protagonista e ne espone i suoi oscuri significati nelle ombre nette delle cose, un face to face con il proprio istinto, la natura diabolica di ognuno di noi. Sul tavolo giacciono un pezzo di pane e una tazza insieme ad un coltello, un sentimento di condivisione, di unità, di famiglia, un valore che lei non ha. Non è solo l'affetto però che manca, non è tutto amore sentimentale, una necessità carnale, il sesso, un problema di vita, di amore, il telefono con la cornetta staccata. Ma l'inconscio prende le sembianze del vinile e ricerca con lei una comunicazione quasi telepatica, cerca di comunicarle qualche cosa ma la finestra le fa da velo, una barriera impenetrabile che la separa da tutto e da tutti ma che permette di vedere che cosa accade. C'è una volontà di contatto, vuole comprendere la verità ma per farlo dovrà scoprire se stessa, dovrà compierà una ricerca interiore e per capire la strada da percorrere dovrà valutare entrambi i lati della situazione in cui si trova (la chiave), dovrà decidere che cosa chiudere per sempre e che cosa aprire per un possibile miglioramento della propria vita, per riuscirci deve salire le scale, il collegamento tra i vari stati dell'essere, perché la risposta si cela dentro di lei, lo specchio, l'introspezione, la scoperta di sè.

Il film senza dubbio appartiene al genere weird, genere che io personalmente amo di più di tutti, quando un film contiene elementi surrealisti, onirici e c'è la morte di mezzo impazzisco, soprattutto se poi la parte tecnica è molto curata e tutto si racchiude in un cerchio artistico dando vita ad una rara simbiosi. Il film della Deren è tutto ciò, è una vera perla che sfortunatamente pochi conoscono. Classifica MESHES OF THE AFTERNOON come uno dei migliori capolavori del XX secolo la sua attenzione per i simbolismi ripetuti nel tempo, per il montaggio angosciante dal ritmo serrato, per le tecniche usate come lo slow motion o per i personaggi indimenticabili come l'uomo (la morte?) con la faccia da specchio, per la fotografia data da un bianco e nero che carica la forza emotiva del film e le ombre lunghe e nette, quasi a richiamare l'espressionismo tedesco, per la colonna sonora, aggiunta successivamente, che non può non essere riconosciuta come un'intuizione geniale che rende il film ancora più coinvolgente, formata da rumori che si sanno affidare alle immagini, una perfetta sincronia che crea un'atmosfera angosciante, dove le immagini stesse, divenute sempre più emblematiche mettono in stato confusionale lo spettatore. Un crescendo di desolazione, tra sonnambulismo e sdoppiamento (temi cari a Maya Derren), nella quale la società di oggi si rispecchia, una società che avvolge la regista in un abbraccio soffocante.