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MESHES OF THE AFTERNOON regia di Maya Deren

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Invia una mail all'autore del commento Steppenwolf     9 / 10  05/04/2010 23:07:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Capolavoro del surrealismo. Ho preferito il cane andaluso di Bunuel(più simbolico, nonostante in questo corto vi siano più rimandi che si ripetono), ma questo è un autentico capolavoro del cinema di quegli anni. I simbolismi sono di natura difficile da spiegare, ma in molti ritengono che la trama sia intorno ad un suicidio(e in questo potrebbe avere influenzato moltissimo Lynch).
Il ripetersi di quelle visioni molto personalmente l'ho interpretato alla maniera bunueliana: l'irraggiungibilità dell'oggetto del piacere. L'oggetto del piacere non ha un proprio volto, ma è piuttosto una soddisfazione narcisistica, una masturbazione: infatti a mio avviso l'uomo che ha uno specchio al posto del volto potrebbe significare che l'oggetto del nostro desiderio è tutto ciò in cui ci si rispecchia. E la scena del coltello - anche se non l'ho molto ben presente, dato che ho visto il film molto tempo fa - potrebbe signficare che l'eliminazione dell'oggetto del desiderio è tutto ciò che resta quando esso è irraggiungibile. E se l'oggetto del desiderio è ciò in cui ci si rispecchia, ecco allora che potrebbe trattarsi di un suicidio. O forse non si tratta di un vero suicidio come in molti hanno pensato, ma solo di un suicidio parziale.
Infatti, il fatto che l'amante(?)arrivi per trovare il cadavere della donna potrebbe alludere al disvelamento dell'essenza del piacere, conseguente l'eliminazione parziale del desiderio - di sé stessi - . O forse si tratta di un sucidio. O, più probabilmente, come tutte le opere surrealiste si tratta di un'opera estetica, non da interpretare univocamente, che solo fa leva sull'inconscio dello spettatore. E da amante del cinema dell'inconscio, non posso non amare questo piccolo grande film. Esso è una pura opera d'arte, a prescindere dal significato che possa avere o dai messaggi che l'autrice voleva esprimere, o, detto meglio, aveva in mente durante la realizzazione.
Per quanto riguarda il paragone con il(molto)precedente "Un chien andalou" di Bunuel(1929), nonostante ci stiamo basando ugualmente su quella che è l'interpretazione più comunemente diffusa del corto bunueliano(e Luis Bunuel stesso era contrario all'interpretazione dei suoi film, come anche Kubrick o Lynch), posso dire che quest'ultimo era - almeno all'apparenza - molto più "forte" perché mostrava quelle che poi saranno le tematiche che Bunuel in seguito svilupperà, di chiare tendenze antiborghesi ed anticlericali e di quanto le istituzioni neghino l'Eros, schiacciato dalle convenzioni sociali.
Il film della Deren inolte presenta un filo conduttore molto più stabile, caratterizzato dalla ripetizione di un avvenimento: la donna che vede un uomo, lo insegue, ma non lo raggiunge. Forse qui si potrebbe intravedere anche la lotta femminista: la donna è in costante competizione con l'uomo per ottenere i suoi stessi diritti(ricordiamoci che siamo nel '43!), ma, dinanzi al fallimento, non trova altra scelta che eliminarsi. Sarebbe un messaggio molto pessimista se così fosse...
Ad ogni modo quella scena ripetuta più volte rende il film non più comprensibile del cane andaluso, ma certo più semplice da seguire: ricordiamoci poi che il cane andaluso è molto più visionario ed ha alcune scene dall'impatto emotivo molto forte sullo spettatore.
Inoltre quella scena ripetuta mi ricorda molto una de "Il fascino discreto della borghesia", dove la classe borghese(interpretata da 6 attori)è vista camminare lungo una strada: anche questa scena si ripete più volte nel corso del film ed è stata oggetto di svariate analisi critiche, quando Bunuel - alla faccia di tutti - disse di non avere in mente alcun significato preciso!
Che si sia ispirato a "Meshes of the afternoon" per questa scena?
Quel che mi sembra evidente è che Lynch ne abbia tratto ispirazione per qualcuno dei suoi film, specialmente per Mulholland Drive.
Insomma, sia "Un chien andalou" che il meno famoso "Meshes of the afternoon" rappresentano dei capolavori assoluti del cinema surrealista e, anche se in modi differenti, suscitano entrambi delle emozioni forti nello spettatore, come dopo ci riuscirà soltanto Lynch.
Se amate questo genere di film non potete permettervi di perdere questo film, altrimenti fatene a meno, soprattutto se non amate i film apparentemente incoerenti e senza un esplicito messaggio o una trama lineare, beh, evitatelo. E' pura Arte, ma non è arte spensierata o semplice da accettare. Solo per pochi.
Ciumi  08/04/2010 20:41:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
“L'oggetto del piacere non ha un proprio volto, ma è piuttosto una soddisfazione narcisistica, una masturbazione: infatti a mio avviso l'uomo che ha uno specchio al posto del volto potrebbe significare che l'oggetto del nostro desiderio è tutto ciò in cui ci si rispecchia.”

E’ interessante questa tua interpretazione, dico davvero.
Comunque, a parte le decifrazioni, mai totalmente possibili in un’opera surrealista, siamo d’accordo: questo corto è magnifico.

Invia una mail all'autore del commento Steppenwolf  09/04/2010 22:06:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Thanks! Sono d'accordo: le interpretazioni sono una componente esclusiva dello spettatore, non il fine dell'opera stessa, intesa principalmente come gioiello estetico.
Devo confessare i trovo in difficoltà a mettere sullo stesso piano capolavori degli anni '90 - per dire - con un corto degli anni '40.
Inoltre si tratta di una concezione particolare di film: proprio ieri ho visto un altro film di Maya, "Ritual in trasfigured time". Si tratta di corti molto complessi da analizzare, per certi versi assimilabili ai corti di Bunuel, ma che differiscono per un differente richiamo alla psicanalisi. Sono film che non possono essere definiti film veri e propri, o forse sono proprio i film per eccellenza, a seconda dei punti di vista. In realtà, film come quelli della Deren, di Bunuel o anche di Lynch sono innanzitutto esperienze visive, ricercare significati è secondario e la pretesa di trovarne uno sempre valido è contrapposta alla natura stessa di questi cortometraggi.
Io credo che, a prescindere da tutto, queste sono opere da godere visivamente innanzitutto.
Io preferisco il cane andaluso di Bunuel, ma Maya Deren è davvero bravissima e questo film ne è la testimonianza.
Per quanto riguarda i cortometraggi, è sicuramente uno dei migliori in assoluto ed io non posso non premiare i film sperimentali. Bellissima la recensione presente sul sito.
Detto questo, sottolineo che secondo me non è per tutti questo film, però chi ama i film sperimentali e quelli con spiccate tematiche psicanaliste NON DEVE perderselo assolutamente!
Scusa per il fiume di parole!
Ciumi  10/04/2010 11:46:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Figurati. Anzi, grazie per il complimento. Infatti la recensione presente sul sito l’avevo scritta io, e sono contento che ti sia piaciuta.

Sono opere estetiche, è vero, ma principalmente interiori. Anzi, profondamente interiori. Nascono e di conseguenza agiscono nel subconscio, negli alvei del pensiero, in quella zona che non viene mai a galla e mai alla luce, e che forse si rivela a noi solo durante il sogno, seppure sia sempre vigile. Vanno guardate con l’occhio esteriore e assieme con quello più interiore, e li spalanca entrambi, dando origine a una ‘doppia’ visione che c’inquieta e intanto ci meraviglia.

Invia una mail all'autore del commento Steppenwolf  04/05/2010 19:32:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Complimenti per la recensione! :)
Sono d'accordo con la tua definizione: si tratta di opere molto intime, che agendo nel subconscio ci affascinano esteticamente e al contempo ci comunicano qualcosa che non necessariamente è condivisibile con gli altri o anche spiegabile. E' una sensazione interiore che lascia, non meglio manifestabile, né definibile.
Un po' come il senso di angoscia che lascia la visione di Eraserhead. E' certo possibile dare spiegazioni - per quanto soggettive, mai universali(e non perché i registi non avessero delle loro idee consciamente o inconsciamente, ma solo perché il regista è solo parte dell'interpretazione, l'opera è del pubblico, un'interpretazione vale l'altra, imho) - ma ciò che più conta è che lascino una sensazione.
Della Deren questo resta di gran lunga il suo lavoro migliore tra quelli che ho visto(At Land, Meditation on Violence, Ritual in transfigured time, The very eye of the night)proprio perché la libera associazione di pensieri è maggiormente evocativa ed ha elementi simbolici. Comunque credo che il voto migliore per questo film sarebbe 8, 8 e mezzo, a ripensarci.