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L'UOMO CHE NON C'ERA regia di Joel Coen, Ethan Coen

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Neurotico     8½ / 10  15/01/2015 16:47:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per i Coen gli uomini della fascia media, semplici mestieranti onesti che sembrano trovare per caso l'occasione per il riscatto, la gallina dalle uova d'oro, non hanno speranza. Questo fil rouge del loro cinema si conferma in questo superbo tributo al noir d'epoca.
Il destino si diverte a prendere in giro gli "sbandati". E questo aggettivo, tratto dal capolavoro precedente dei due registi, ben si può adattare anche a Ed Crane, ovvero un Billy Bob Thornton che è una sfinge di imperturbabilità, come se il fumo delle sue sigarette lo separasse dal resto del mondo e lo avvolgesse in una passività sconsolata espressione di un'infelicità figlia anche di un sospetto di tradimento (ancora questo maledetto tradimento come in Blood Simple e Miller's Crossing).
La sua voce narrante marchia a fuoco un bianco e nero fotografato dal fidato Roger Deakins. James Gandolfini giganteggia e quando appaiono assieme lui e Thornton c'è solo da rimanere rapiti. Uno il contrario dell'altro: il primo quasi logorroico e con un'aggressività latente, e il secondo pacifico e che non parla quasi mai. Richard Jenkins e Jon Polito sono due caratteristi di lusso, e Frances McDormand è grandiosa nei panni di Doris, la moglie di Crane che con il vizio della bottiglia e con atteggiamenti irrispettosi non sembra disturbare per nulla l'aplomb del marito.
Il finale è emblematico di un modo di raccontare storie assurde, quasi inverosimili, dove il destino è inesorabile e incombe su un uomo colpevole solo di tentare la via della rivalsa e della felicità, ma al quale è concessa la liberazione solo nei sogni, con un intervento a suo modo divino.
La poetica dei Coen in uno dei suoi massimi vertici.