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L'UOMO CHE NON C'ERA regia di Joel Coen, Ethan Coen

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pier91     9½ / 10  10/05/2011 22:04:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Oggi la scelta anacronistica del bianco e nero, nella fotografia come nel cinema, deve avere il suo perché. Il genere noir predilige, in qualche caso necessita, questo carattere formale. Se non bastasse, è evidente il desiderio di omaggiare un certo cinema (quello di Wilder, ma anche di Hitchcock), di valicarlo anche, ove possibile. Magari marcando l'invadenza che ha il fato sull'intelaiatura degli eventi (un po' come nel "Match Point" di Allen). O facendo leva, con acutezza notevole, sulle reazioni umane più curiose, come il trasferire sugli altri (la giovane pianista) lo scopo della propria esistenza. Perfettamente delineato il protagonista, amante del silenzio ma paradossalmente in cerca di clamore. Desidera sfuggire all'anonimato e vi riesce dopotutto, seppur in circostanze non sperate. In vita anch'egli è stato "l'uomo che non c'era", questa è forse la sua tragedia.
Magnifico, visivamente inebriante.