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GIALLO/ARGENTO regia di Dario Argento

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Alpagueur     3 / 10  17/10/2020 11:42:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quando sua sorella scompare, una donna e un detective uniscono le loro forze per trovarla e si rendono conto che fa solo parte dell'ultima serie di vittime di un serial killer squilibrato e corrono per liberarla prima che alla fine la uccida...C'erano una volta i tempi in cui Argento era uno dei miei registi horror preferiti, ricordate il suo impressionante "Profondo Rosso", il suo sbalorditivo "Uccello dalle piume di cristallo", la sua barocca "Opera" barocca, le sue formidabili "Tenebre", le sue allucinanti oniriche "4 mosche di velluto grigio", il suo ospedaliero "Trauma", la sua paranormale "Phenomena", il suo fiabesco "Non ho sonno"? Quelle sceneggiature, soprattuto degli anni '70, le storie, erano complesse, labirintiche, con colpi di scena inaspettati; c'erano luci sapienti e un senso di spazio ("Inferno", "Suspiria") che pochi registi hanno avuto. "Giallo" è una non-storia, una storia psicopatica che lo spettatore medio ha visto almeno un centinaio di volte o più; Emanuelle Seigner, con la sua faccia imbronciata, non è in grado di generare alcuna emozione; e noi possiamo solo sognare cosa avrebbe fatto Argento con il Brody di grande talento nel suo periodo di massimo splendore! Certamente non questo poliziotto con un passato oscuro! Quanto all'assassino, non fa nemmeno paura, Brody stesso era molto più spaventoso in "Oxygen" (1999). Il movente dell'assassino è così debole che è difficile credere che qualcuno lancerebbe una massiccia campagna di violenza usando questo come motivo, non è minimamente minaccioso e in realtà non fa nulla per generare paura oltre a rapire una persona, mentre nell'unica breve tortura la scena è così falsa da sembrare amatoriale e del tutto poco convincente. Il fatto che sia un thriller poliziesco piuttosto che uno slasher mostra chiaramente che Argento ha perso il suo tocco magico e che avrebbe dovuto ritirarsi prima di sfornare porcherie come questa. Ma in fondo cosa potevamo mai chiedere a un genio che ha saputo inventare 8 gialli/horror uno più bello dell'altro, degli autentici capolavori? Chapeau al grande regista romano, ma avrebbe dovuto fermarsi a "Non ho sonno", il suo canto del cigno (in fondo un paio di avvisaglie le aveva già avute con "La sindrome di Stendahl" e "Il fantasma dell'Opera"...)