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HERMITAGE regia di Carmelo Bene

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JOKER1926     7 / 10  14/02/2014 17:48:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Hermitage" è, in chiave tecnica, il preludio a "Nostra signora dei turchi" di Carmelo Bene.

In questo del 1968 Carmelo Bene oltre ad essere attore è "regista", fra virgolette il termine regista perché tale artista era al di là dello stesso ruolo. L'arte doveva superarsi, il banchetto fra spettatore e attore doveva vivere la totalità una volta sola e non doveva tramutarsi più da nessuna altra parte. Questo per il teatro, ma anche per il Cinema, il concetto non solo va rispettato ma anche interpretato.
"Hermitage" è una esplosione artistica di un Bene in un ruolo, come al solito, fatto di totalità (l'Artifex). Si sostituisce ai fiori richiamando un senso di ricercata perfezione e sintesi del concetto (artistico e di metateatro), parla e coi monologhi va a scandagliare un nulla che di più sostanziale ha sola la forma, la classe e la phoné di una voce praticamente inimitabile.
Azzardato e forse inutile, se ci sentisse lo stesso Bene, decodificare un qualcosa che nasce per andare oltre ciò che è decorazione, di scena o di pensiero. L'unica introspezione, pacata e modesta, sboccia guardando il personaggio. Si dovrebbe trattare di una scalata spirituale di decadenza e megalomania, un Narciso travolto dal sogno di essere il più grande. Finiscono i sentimenti e inizia la morte, salvezza del mondo. Perché la morte non esiste, ma è l'inizio della vita, non della morte. Nel cuore del nichilismo più vivo.