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INDIANAPOLIS, PISTA INFERNALE regia di James Goldstone

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Terry Malloy     7 / 10  26/03/2012 22:45:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Frank tu hai la stoffa del campione."

Più che Frank è Paul Newman il grande campione del cinema. Ho visto questo film unicamente perché compreso in un cofanetto con quattro belle opere di questo meraviglioso, strepitoso attore dei tempi che furono. Paul e i suoi glaciali, umani, dolenti occhi blu. "Winning" è un '70 malinconico e sentimentale con interpreti appassionati e una colonna sonora della *******. Ha l'unica, colossale pecca della lunghezza eccessiva. Si poteva tagliare almeno di mezz'ora. Per il resto è un film che si regge su di una monumentale interpretazione di Newman, il quale si trova in un ruolo a lui più che congeniale. Infatti credo che nella sterminata filmografia di questo gigante, Indianapolis sia stato scelto accuratamente da coloro che hanno distribuito il cofanetto: è senz'altro rappresentativo di un personaggio caro a Paul, quello dell'atleta maledetto, ma incredibilmente umano (Slap Shot e La Gatta sul tetto che scotta). Ma i comprimari non sono affatto male: splendida la Woodward e ottima nel presentarci una donna che vive nell'assenza del marito ed è piena di insicurezze dovute a vari fallimenti nella sua vita. Infatti il film, che solo apparentemente parla di formula 1, si profila secondo l'antitesi che intercorre fra i due: l'uno vincente, l'altra perdente. Lui ha quello che a lei manca, ma inevitabilmente ha bisogno di lei. Straordinario (e non esagero, mi sono quasi commosso) il dialogo finale. Una volta anche questi film secondari e minori erano capaci di concepire scene che oggi acclameremmo solo nei grandi capolavori, ormai sempre più rari.

"Guido bene, ma la mia vita fa schifo"