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DEADGIRL regia di Marcel Sarmiento, Gadi Harel

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6½ / 10  21/04/2015 13:16:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
All'interno di un manicomio abbandonato Riky e JT, adolescenti in cerca di svago dopo aver marinato la scuola, si imbattono nel corpo nudo di una donna legata. Con grande sorpresa scopriranno che la poveretta non è solo insensibile al dolore, ma addirittura immortale. Quale sia il suo nome e come sia finita in quel seminterrato oscuro non ci sarà mai rivelato perchè non importante; la macabra scoperta assume connotazione simbolica di un potere che al di fuori di quelle mura degradate i ragazzi non riescono, e probabilmente non riusciranno mai, ad esercitare sugli altri. Un potere che JT traduce in sesso sfrenato da consumarsi con cautela viste le tendenze parecchio aggressive della ragazza. Nel frattempo Riky non infierisce, ma vigliaccamente decide di coprire il tutto assumendo un atteggiamento omertoso.
Nonostante ciò l'indicibile segreto finirà con lo stravolgere il loro mondo, coinvolgendo anche alcuni compagni di scuola in un crescendo drammatico culminante nel sanguinoso climax finale.
"Deadgirl" è solo marginalmente analitico nei confronti della presunta scarsa moralità delle generazioni più giovani, è più una dimostrazione di forza espressa attraverso un riscatto malato da parte di chi i panni del perdente li indossa da sempre. Ceto sociale d'origine, mancanze di famiglie invisibili o inadatte a instradare pesano come macigni nella corsa verso il successo, verso l'ideale di cittadino americano costruito da una società fortemente discriminante. La ragazza misteriosa è quindi lo status symbol dell'affrancamento dalla ghettizzazione a prescindere; il sesso -da sempre argomento principe nella cinematografia adolescenziale- è un modo per dimostrare la propria conformità che diventa sinonimo di trionfo.
Qualche passaggio frettoloso o discutibile, una regia non sempre all'altezza, l'infima qualità di alcuni dialoghi e rari intermezzi grotteschi incidono sui contenuti in modo infelice, facendo risultare l'operato della coppia Sarmiento/Harel interessante ma riuscita solo in parte.
Buonissima prova dello squilibrato Noah Segar, altrettanto encomiabile quella di Jenny Spain, che pur non proferendo parola colpisce nella sua interpretazione quasi "assente" di oggetto umano.