Dom Cobb 6½ / 10 03/12/2014 23:03:31 » Rispondi In seguito all'esplosione della loro luna, i bellicosi Klingon si dicono disposti a iniziare trattative di pace con la Federazione; ma il cancelliere dei Klingon viene assassinato e ad essere accusati sono il capitano Kirk e il dottor McCoy. Nel tentativo di scagionarsi, loro e il resto dell'equipaggio scoprono che è tutto parte di un complotto... Per risollevarsi dai deludenti risultati de L'ultima frontiera e congedarsi dal pubblico in modo quanto meno decente, la vecchia guardia decide di imbarcarsi in un'ultima avventura, stavolta alla guida di un regista esperto, quel Nicholas Meyer che già aveva all'attivo L'ira di Khan nel suo curriculum, e una sceneggiatura più solida e concreta. Il risultato finale è di certo godibile, nella stessa misura in cui lo possono essere gli episodi precedenti che maggiormente ho gradito e sempre tenendo conto che stiamo parlando, per quanto mi riguarda, di un lungometraggio che va benissimo per rilassarsi un sabato pomeriggio. Abbandonate pesanti questioni teologiche, si vira verso atmosfere più seriose e una trama più articolata che rievoca elementi del periodo in cui il film è stato prodotto;
Le operazioni di pace con i Klingon riflettono la situazione che si era venuta a creare all'epoca con il crollo del muro di Berlino e la caduta del comunismo.
ciò, purtroppo, non esclude banalità o un andazzo tutto sommato prevedibile, e il film soffre di una certa mancanza di suspense di fronte alla facilità con cui si svolgono gli eventi e i nodi vengono al pettine,
Anche per chi non ha mai visto il film, sarà estremamente facile riconoscere chi è il cattivo fin dal primo momento che questi entra in scena. E vorrei anche aggiungere, parlando di lui, che non bastano alcune ovvie citazioni shakespeariane per rendere un cattivo interessante quando tale personaggio è privo di qualsiasi tridimensionalità e non ha neppure tante scene a disposizione:in altre parole,il generale Klingon interpretato dal pur buon Christopher Plummer rimane per lo più un'occasione sprecata.
per non parlare del fatto che molti aspetti della storia vengono trattati con eccessiva superficialità: le motivazioni dei detti cattivi restano avvolte nel mistero e i personaggi continuano a rimanere incatenati nelle loro personalità senza un minimo di crescita. Non aiuta un ritmo sempre curiosamente disteso, anche nei momenti che dovrebbero essere più concitati: di conseguenza, l'unico vero sussulto si ha durante lo scontro finale con i villain di turno, effettivamente ben realizzata. Per il resto, sono da notare i buoni effetti speciali
Anche se le gocce di sangue computerizzate sono comunque maledettamente finte.
e una discreta colonna sonora, che una volta tanto decide di tenere il tema musicale della serie al minimo. In definitiva, Rotta verso l'ignoto è un canto del cigno dignitoso, che permette al cast originale di congedarsi a testa alta; non annoia ed intrattiene a sufficienza. Per un sabato pomeriggio da trascorrere in tutto riposo, s'intende.