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SYNECDOCHE, NEW YORK regia di Charlie Kaufman

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pier91     8½ / 10  12/07/2012 19:29:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Ci sono circa tredici milioni di persone al mondo. Voglio dire, puoi immaginarti così tante persone? E nessuna di quelle persone è una comparsa."

Gli uomini sono mortalmente inquinati dagli Incontri della vita. In questo siamo tutti equivalenti, nessuno è speciale, "ognuno è ognuno", ognuno è sineddoche dell'umanità intera. Impossibile definire i ruoli, assegnare le parti, stabilire una gerarchia del dolore, soffermarsi sulle piaghe di un solo corpo quando l'epidemia è universale. La malinconia, quest' assuefazione alla "scarna tristezza", è solo la presunzione di ritenersi l'animale più sanguinante. Il protagonista dell'opera di Kaufman è in tal senso orribilmente triste, e io ho provato per lui incredibile vicinanza. Caden invecchia nel momento in cui percepisce la consistenza tossica degli addii, quando si riscopre drogato di assenze, presenze scivolate agevolmente nel passato. Caden pretende allora di creare uno spettacolo, "qualcosa di grande e vero e tosto", quasi fosse un barattolo di formaldeide in cui catturare i testimoni della sua esistenza. Tutto quel che gli riesce è morire sulla spalla di un ricordo.
oh dae-soo  16/07/2012 09:54:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Come al solito bellissimo commento Pier.
Ma te sei sicuro che la vita che abbiamo veduto sia quella di Caden?
Non so se hai letto il mio commento ma ho più di un dubbio al riguardo.
Comunque poco importa, Caden o non Caden, ognuno è sineddoche dell'umanità intera come scrivi.
Un caro saluto.
oh dae-soo  16/07/2012 09:55:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anzi forse sicurA, vero?
E' un mese e mezzo che non frequento filmscoop, ho dimenticato anche i generi...
E questo con Synecdoche c'entra molto :)
pier91  16/07/2012 12:42:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie! Certo che ho letto il tuo commento, hai ragione ad aver dubbi. Io credo che la vita che abbiamo visto sia di Caden, ma che allo stesso tempo "Caden" sia solo un nome, quasi una convenzione. Caden, come tutti, è invasato dalle persone che hanno fatto parte della sua vita. Lui è anche Adele, Hazel, Claire, Olive, Ellen. "Le sue (di Ellen) mani rosse rovinate, sono le tue" dice la voce fuori campo nel finale. I vissuti si contaminano a vicenda non appena vengono in contatto, in tal senso è quasi assurdo parlare di identità uniche.

Hai scritto "L'ultima mezz'ora l'ho seguita in apnea". Anche io ho avuto un crollo, un crollo liberatorio. Ho fatto fatica ad entrare nel meccanismo del film all'inizio ed è il motivo per cui non ho osato troppo col voto. Probabilmente avrei dovuto aspettare e metabolizzare, ma l' urgenza di scrivere è stata troppo forte.

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oh dae-soo  16/07/2012 17:34:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Analisi perfetta Pier.
Dei voti non mi è mai fregato nulla ma più ci penso (e lo rivedo) più credo di esser davanti a un'opera assolutamernte unica e che racconta così tanto la vita da restarne abbacinati.
un saluto.