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SYNECDOCHE, NEW YORK regia di Charlie Kaufman

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BlackNight90     9½ / 10  20/08/2010 02:28:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"The idea is to do a massive theater piece. You know, uncompromising, honest… Here's what I think theater is. It's the beginning of thought. It's the truth not yet spoken."
"I won't settle for anything less than the brutal truth. Brutal! Brutal! I will have someone play me
to delve into the murky, cowardly depths of my lonely, fùcked-up being!"
E' Cotard che parla, ma è soprattutto Kaufman che prova a descrivere l'ultimo parto della sua mente fuori dal comune.
‘Synecdoche, New York', una spropositata figura retorica per parlare all'infinito che c'è in noi: la parte per il tutto, si dice per spiegarla. La parte è la vita di Codard, il tutto sono le vite dell'intera umanità? Oppure la parte è l'opera dell'artista, la vita è il tutto? Non c'è una risposta certa perché il percorso per arrivarci è infinito.
Come in un racconto di Borges in cui i cartografi di un Impero straniero decidono di fare una mappa del loro territorio così precisa ed accurata da essere grande quanto l'Impero stesso e, di conseguenza, da contenere una mappa della mappa stessa, e così via. Ma, essendo completamente inutile, fu abbandonata alla rovina (e anche nel film compare una cartina di NY contentente un'altra cartina di NY che ne contiene un'altra...ormai diventata carta straccia).
Come in una litografia di Escher, 'Galleria di stampe', in cui è impossibile distinguere nettamente tra realtà, soggetto e rappresentazione, anche il capolavoro di Kaufman provoca questo profondissimo senso di smarrimento.
Ma non bisogna neppure per un secondo pensare allo sterile gioco intellettuale, il film di Kaufman (come del resto tutta l'opera di Escher) parte dall'esigenza tutta umana di parlare dell'uomo all'uomo: del suo dolore, della paura della morte, dell'ipocondria, del modo in cui ci rapportiamo agli altri e del modo in cui, di conseguenza, vediamo noi stessi (e qui mi ha ricordato, ma forse sono io che son pazzo, un altra opera incredibile, NGE), degli inganni del linguaggio che genera fraintendimenti e confusione e non riesce ad esprimere il mondo interiore di ognuno di noi.
Inevitabilmente il film diventa illusorio e menzognero, onesto, grandioso e miserabile nello stesso tempo, come la vita stessa, in cui tutti sono sia burattinai che burattini di se stessi.
Non pretende di dare risposte ma come tutte le grandi opere si limita a dare ispirazione a trovare in se stessi qualcosa che appaghi il nostro bisogno di vivere e di credere in quello che ci fa vivere.
Film pazzesco, il punto più alto raggiunto dal genio di Kaufman finora. Ma forse 'Synecdoche, New York' non sarebbe stato così emozionante se ci fosse stato un qualsiasi altro attore al posto di Philip S. Hoffman.

La vita è una malattia sessualmente trasmissibile con una mortalità del 100 %.
Pinter è morto, Cotard è morto...e anche io non mi sento tanto bene!
oh dae-soo  20/03/2012 17:07:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grandissimo commento, complimenti.
E sì, Borges qua dentro ci sta alla grande.
Ti faccio anch'io ulteriori complimenti per la frase che citi nel penultimo rigo.
E anche per l'apprezzamento a Biutiful, film strepitoso che ha avuto un'accoglienza un pò tiepida.
Ciao.
BlackNight90  23/03/2012 00:18:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao grazie Oh dae
per ricambiare mi sono letto il tuo commento, cosa che di solito non faccio con commenti molto lunghi.
condivido molti degli stati d'animo che hai descritto ;)
Invia una mail all'autore del commento Steppenwolf  04/09/2010 11:08:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Basterebbero le ultime due righe a rendere il tuo commento eccezionale e degno della grande forza del film.
Mi astengo a commentarlo ad una settimana dalla visione perché è un film che mi ha sconvolto(in positivo, direi)e non me la sento di giudicarlo senza una seconda visione, cercando di cogliere gli innumerevoli spunti che offre.
BlackNight90  04/09/2010 17:49:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Io parte tutto, dovresti vedere se non l'hai fatto anche gli altri film tratti da sceneggiature di Kaufman, il suo è un percorso fatto di riflessioni e dubbi che si snoda in diverse tappe e sono tutte interessantissime e molto personali ;)
BlackNight90  04/09/2010 17:49:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
*A parte
Invia una mail all'autore del commento Steppenwolf  04/09/2010 19:02:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ho visto solo "Essere John Malkovich", film sicuramente interessante e molto visionario che non ho però analizzato a fondo e il bellissimo "Eternal Sunshine of the Spotless Mind". Mi mancano Human Nature e Adaptation, per esempio.
Dei tre film che ho visto, beh, Synecdoche mi sembra il più bello o quantomeno il più ambizioso e complesso. C'entra Jung, una visione caotica della vita... è molto più complesso perfino di 8 1/2.
julian  22/04/2011 16:02:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"La vita è una malattia sessualmente trasmissibile con una mortalità del 100 %"

ma dove l'hai presa questa frase ?

BlackNight90  22/04/2011 17:11:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'avevo letta tempo fa in giro, non ricordo dove o a chi appartenga.

a te piaceva Inarritu vero? vatti a vedere il suo ultimo film che è un maledettissimo capolavoro.
julian  23/04/2011 14:03:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
eh si, se ti riferisci a Biutiful sto aspettando che riceva una decente distribuzione dalle mie parti.
strange_river  20/08/2010 11:57:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
:)
BlackNight90  21/08/2010 01:01:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
^_^