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INKHEART - LA LEGGENDA DI CUORE D'INCHIOSTRO regia di Iain Softley

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Dom Cobb     3 / 10  09/12/2012 13:26:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Probabilmente gli americani li possono fregare a causa della poca notorietà del romanzo da quelle parti, ma noi europei? No di certo: ancora mi chiedo che cosa sia passato per la testa a Cornelia Funke nell'approvare questo obrobrio che, a parte il titolo, col meraviglioso libro (ancora meglio in tedesco che in italiano, a mio avviso) non ha assolutamente niente da spartire. Per cominciare, un ruolo come quello di Mo richiedeva una certa capacità di recitazione non solo comica, ma anche drammatica, e a tal proposito un colosso del calibro di Liam Neeson, giusto per fare un esempio, ci sarebbe stato proprio bene; invece si è optati per Brendan "faccia da idiota" Fraser, clamorosamente fuori parte e spaesato a più non posso persino nel manifesto pubblicitario, decisamente buono solo a cacciare mummie e a scendere al centro della terra; Meggie invece, da innocente dodicenne, è stata trasformata in squallida teenager; non va meglio per il resto del cast, con Sienna Guillory che si limita a fare smorfie e Jim Broadbent goffa spalla comica, mentre la povera Helen Mirren è la parodia di sé stessa; gli unici minimamente idonei ai loro personaggi sono l'ambiguo Paul Bettany (più per il fascino del personaggio che interpreta che per una certa perizia nella sceneggiatura e nei dialoghi a lui dedicati) e il "cattivo" Andy Serkis, ai quali viene riservato fin troppo poco spazio. Passiamo poi alla regia, curata dallo sconosciuto Iain Softley, visibilmente svogliata, caotica e affatto ispirata, che, insieme a una sceneggiatura così mal scritta da sentirsi in dovere di bastonarne l'autore (l'esperto di cartoon David Lindsay-Abaire), affastella tutti i buoni spunti del romanzo senza neanche degnarsi di svilupparli, come se si desse per scontato che gli spettatori abbiano già letto il libro, e, come se non bastasse, li modifica nel modo peggiore possibile: l'esempio più adatto a questo fatto lo si ritrova nel finale, dove la protagonista si mette a scrivere sulla sua mano (!!!) con la velocità di un computer, manco fosse Shakespeare all'apice della sua creatività. A tutto questo aggiungeteci un orrendo abuso di effetti speciali, scelte registiche da paura (la voce narrante), musiche a dir poco anonime e avrete una vaga idea di cosa sia questo minestrone: un autentico insulto al libro e alla sua autrice, una schifezza da evitare come la peste.