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THE MILLIONAIRE regia di Danny Boyle

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kafka62     7 / 10  16/05/2018 09:46:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nel 1988 una regista indiana, Mira Nair, ci aveva fatto entrare con Krishna, il piccolo protagonista della sua opera prima, "Salaam Bombay!", nelle sovraffollate e marcescenti baraccopoli di Bombay, dove la vita degli uomini, tra miseria, delinquenza, prostituzione e violenza, può valere meno di zero. A vent'anni di distanza un regista inglese, Danny Boyle, torna negli stessi posti (la medesima Bombay, ora diventata Mumbay), ripercorre le labirintiche viuzze degli slums, ci affascina con i variopinti colori della sua gente e ci fa nuovamente amare quei bambini poverissimi e malnutriti, che portano le loro gracili esistenze attraverso le implacabili tempeste della vita. Boyle sfiora temi molto drammatici, come le lotte tra musulmani e indù o l'industria dell'accattonaggio minorile, ma la sua ottica non è certo quella del Bunuel de "Los olvidados". "The millionaire" è infatti una favola romantica, che prende come pretesto la vittoria da parte di Jamal, un insignificante portatore di tè della tentacolare metropoli, del massimo premio in palio nel programma televisivo "Chi vuol essere milionario?" (praticamente la versione indiana del popolare gioco a quiz condotto anni fa in Italia da Gerry Scotti), per disegnare una visione kharmica dell'esistenza, secondo la quale il destino di ognuno è già scritto fin dalla nascita. Jamal nelle prime sequenze viene torturato dalla polizia, che lo crede un imbroglione, e questa trovata permette al regista di ripercorrere in vari flash back la sua vita: le risposte ai vari quiz infatti sono legate ad altrettanti episodi che, nella crudele lotta per la sopravvivenza quotidiana, gli sono rimasti indelebilmente impressi nella memoria. Vediamo così Jamal non esitare a gettarsi in una latrina pur di farsi fare un autografo da un popolare divo del cinema indiano, assistere inorridito al brutale omicidio della madre, sfuggire a una banda di criminali che raccolgono bambini sulle strade per avviarli all'accattonaggio o alla prostituzione, sbarcare il lunario con piccoli furti ed imbrogli a turisti stranieri insieme al fratello Salim. Il vero leitmotiv della vita di Jamal è però l'amore per Latika, una ragazza che più volte perde e ritrova, fino a quando scopre che è diventata la moglie di un boss della malavita locale. E' proprio per riuscire a riconquistare Latika che Jamal decide di partecipare al quiz televisivo, e la serata fatidica in cui egli entra nelle case di tutta l'India è la sublimazione perfetta dell'amore più puro e disinteressato del mondo. E' quasi inutile dire che Jamal, dopo aver superato gli interrogatori della polizia ed evitato i tranelli dell'infido presentatore, alla fine riesce a portare a casa il bottino milionario e a ritrovare il suo amore alla stazione ferroviaria dove da anni, con tenace fedeltà, giorno dopo giorno, la attende alla stessa ora. Che altro ci si potrebbe attendere da una favola che, per romanticismo, rischia di surclassare le più lacrimevoli love stories di Hollywood? Certo, Boyle ha una ruffianesca capacità di compiacere il pubblico con carinerie e strizzatine d'occhio, il suo stile esagitato (che comunque gli permette di realizzare almeno una sequenza capolavoro: la fuga dei bambini inseguiti dai poliziotti nel dedalico labirinto della baraccopoli) è figlio dell'era dei videoclip e di MTV, eppure "The millionaire", fatta la tara della sua natura di opera popolare (volutamente popolare, come dimostra il colorato e gioioso balletto finale in stile Bollywood, un po' l'equivalente del tip tap dei samurai di "Zatoichi" di Kitano), è un film bello e a tratti appassionante, e l'Oscar vinto non è certo il peggiore di quelli assegnati negli ultimi anni dalla giuria dell'Academy.