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THE SKY CRAWLERS regia di Mamoru Oshii

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Fiammaverde     8½ / 10  24/01/2010 02:08:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ci sto ancora rimuginando su, non credo di essere ancora arrivato a collocare ogni aspetto nella giusta prospettiva. La conclusione, parziale, a cui sono giunto è che lo scorrere del tempo (e conseguentemente la memoria) è l'attributo necessario e sufficiente a renderci umani.

Il senso di vuoto (campagne vuote, stanze vuote e con arredamento essenziale, città vuote e senza bar) costringe a focalizzarsi su ciò che realmente è importante. E' tuttavia un vuoto soggettivo, che avvolge solo i kildren. Gli "adulti" parlano tra loro al bar, guardano la tele insieme, visitano in gruppi le basi militari ecc...

Tutti i kildren reagiscono con distacco davanti agli altri esseri umani (in special modo gli umani "normali"), sebbene ciascuno in modo diverso. Non possono accettare il concetto stesso di umanità e di emozione. Non sono peraltro in grado di elaborare le proprie esperinze, cosa che li porta in stato di sovraccarico emotivo e desiderio di autodistruzione. La vera disperazione consiste nel fatto che "non potrà cambiare mai nulla".

Ne sono uscito con un gran senso di fragilità, ma pure con una rinnovata consapevolezza di cosa mi rende umano.
Fiammaverde  24/01/2010 11:04:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Come temevo, ho continuato a rimuginarci su di notte...

L'altro aspetto centale del film è la definizione del piano di realtà. Si tratta di un tema sempre fondamentale nelle opere di Oshii (Avalon e la serie Ghost in the Shell). Anche qui esiste un gioco che si svolge in una sorta di realtà parallela. Nonostante lo spazio fisico sia unico, i due mondi pssono reciprocamente vedersi ma mai intersecarsi. la guerra infatti non porta a danni fisici al mondo degli "adulti". I kildren, che possono passare da una parte all'altra, sono stati creati per "giocare" con le "regole della guerra" , dove tutto, compresa la vita, è una risorsa sacrificabile e sostituibile.

La differenza tra "The Sky crawlers" e le precedenti opere di Oshii è che qui non c'è nessuna strada per uscire dal gioco o evolvere ("il gioco andrà avanti in eterno" ,"si ripeterà sempre").
I kildren possono solo tentare di uccidere il "professore" , ma sono consapevoli dei propri limiti e sanno già di essere sconfitti in partenza in quanto incapaci di superare in conoscenza colui che li ha volutamente reclusi in un'esistenza limitata.