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THE WRESTLER regia di Darren Aronofsky

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Angel Heart     7½ / 10  18/04/2014 15:41:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"The Wrestler" è un film semplice e toccante, sincero ma anche furbetto, che deve tutta la sua riuscita non alla regia, non alla sceneggiatura (entrambe valide ma ripeto, molto semplici) ma alla straordinaria e sentita performance di un monumentale Mickey Rourke la quale carriera, fino a quel momento, rappresentava la stessa identica parabola discendente di Randy The Ram Robinson. Non poteva esistere attore più adatto ad interpretare questa parte, e tutto il film si sorregge sulla sofferenza e la moltitudine di emozioni che traspaiono dal suo volto segnato dal successo e dal fallimento, dalla fama e dal dolore.
Inutile girarci attorno, lo sapevamo noi e lo sapeva anche Aronofsky che la forza della pellicola stava tutta nella performance (e soprattutto nel vissuto analogo) di Rourke; tutto il resto sono solo dettagli, vedere The Ram equivale a vedere Mickey Rourke, vedere "The Wrestler" equivale a vedere un attore in totale declino pronto ad afferrare un occasione che mai più si ripeterà. Ed è questa la ragione che ha spinto al cinema me e moltissimi altri accaniti sostenitori di questo magnifico attore. Non era la storia, non era il wrestling. Il wrestling, almeno per me, è stata solo la cornice, molto interessante e tutt'altro che disprezzabile (coreografie in primis), che circondava il protagonista. E in questo frangente Aronofsky riesce comunque a colpire quando si spinge nei retroscena del mondo del wrestling, atleti che lavorano una vita intera per arrivare sul ring, godono dei loro 15 minuti di gloria spaccandosi tutte le ossa del corpo, e poi, quando la gente smette di acclamarli, piombano in un anonimato che li porta solo a squallore e depressione, a conferma della regola "avere successo e poi perderlo è peggio che non averlo mai avuto" (in questo senso la scena della firma degli autografi è parecchio straziante).

Comunque va ribadito, se il film è così bello è solo grazie a Rourke ed alla vita che ha vissuto in linea con quella del personaggio che interpreta, impossibilie non considerare la sua prova autentica. I retroscena dietro al mondo del wrestling, poi, sono eventualmente molto interessanti; per il resto siamo sul prevedibile sia con la storiella platonica tra Rourke e la Tomei sia con il rapporto inesistente e liquidato in gran velocità tra Rourke e la Wood (quest'ultima come attrice non mi è piaciuta per niente); diciamocelo, tutta roba che serve solo ed esclusivamente a farci compatire il cane bastonato di Rourke per il quale sarà impossibile non simpatizzare.

Un film carino che con Rourke diventa molto bello (la scelta iniziale era su Nicolas Cage... dubito altamente che con lui alle redini il ilm avrebbe avuto lo stesso impatto).
Ad ogni modo, è stato parecchio sopravvalutato (il che, da un certo punto di vista mi fa piacere, ma sempre e solo per il fatto di aver donato a Rourke, uno dei miei attori preferiti in assoluto, una meritata rinascita dopo vent'anni di semi-oblio).

Interessanti e curiose poi le analogie con i personaggi precedentemente interpretati in "Homeboy" negli anni 80 e in "F.T.W." negli anni 90.