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THE WRESTLER regia di Darren Aronofsky

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Marco Iafrate     9 / 10  02/02/2012 17:18:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nella vita bisogna lottare.
Quasi tutti lo fanno in senso metaforico, contro le avversità della vita, bisogna superare gli ostacoli che di volta in volta si presentano durante il cammino e siccome niente è facile è necessario superarli lottando. Randy Robinson fa il lottatore di professione, da vent'anni, è un'icona del wrestling. Essere idolatrati rappresenta per un atleta di professione il punto più alto della sua carriera, nessun guadagno può equipararsi alla fama mondiale, la gloria è linfa vitale. C'è un problema però, la fama non è eterna, dura fin quando si ha la forza e l'abilità di contrastare due fattori inevitabili: Gli anni che passano e il nuovo che avanza.
Questo film mi è piaciuto perché ha superato di gran lunga l'asticella delle aspettative, sarò prevenuto ma quando mi accingo a vedere le parabole della vita di quel campione o di quell'altro sono quasi sicuro di imbattermi in storie già viste mille volte piene di luoghi comuni stereotipate all'inverosimile, un copia e incolla da botteghino. Niente di tutto questo, "The Wrestler" è un respiro di aria nuova, una sferzata di potenza condita di malinconia, di energia implosa, o meglio, costretta ad implodere per problemi di cuore , anche i corpi più possenti cedono di fronte ad una venetta, piccola come un filo di paglia, che decide di non far più il proprio dovere.
Succede sempre così, la gloria esalta e contemporaneamente acceca, nella vita di Randy da vent'anni c'è sempre e soltanto un tappeto, quattro pali e qualche metro di corda, il suo universo è lì, su quel tappeto è un gigante, ma la grandezza non ha una misura assoluta, se una nave in un fiume appare enorme, in mezzo all'oceano è piccolissima, Randy sul ring è una nave, negli affetti familiari e nei rapporti sentimentali, una barchetta alla deriva.
Se commuove il tentativo di un padre di riprovare la gioia dell' abbraccio di una figlia dimenticata, è ancora più commovente il fallimento di questo tentativo, i piaceri della carne esaltati da sostanze che però offuscano il cervello fanno naufragare una riconciliazione in fase di completamento, è la chiave di volta dell'intera vicenda, la presa di coscienza, la rassegnata accettazione di non saper fare una cosa buona nella vita se non quei corpo a corpo spettacolari, finti, come artificiosa può esserlo a volte la condotta morale di un uomo.
Sull' interpretazione di Mickey Rourke se ne è parlato a sufficienza, non credo nessun altro attore avrebbe potuto fare meglio, l'impressione che si ha è quella che Rourke non stesse recitando una parte, Rourke E' Randy Robinson, totalmente immerso nel personaggio, esattamente come un documentario che racconta la storia di un grande campione. Questo la dice lunga.
The Gaunt  19/04/2012 13:57:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Lo dicevo che ti sarebbe piaciuto.
Marco Iafrate  19/04/2012 21:46:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
...ed hai avuto ragione, veramente emozionante. E' stato più gustoso di un bicchiere di elisir gambrinus dopo un tiramisù.