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THE WRESTLER regia di Darren Aronofsky

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olikarin     10 / 10  08/10/2018 04:28:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A dirla tutta, non ho mai amato il mondo del wrestling ma questo film è riuscito a conquistarmi il cuore. Grazie Aronofsky per avermi fatto ricredere. La regia svolge ottimamente il suo ruolo contribuendo a rendere la visione ancora più bella: le immagini che scorrono sullo schermo assieme ai titoli di testa e la splendida colonna sonora nell'arco di una sola inquadratura presentano il personaggio di Randy "The Ram". Il contrasto tra le prime due inquadrature è qualcosa di impressionante: ritagli di giornale, urla ed entusiasmo pronti a mostrare il trionfo e la fama di Randy precedono l'immagine del pugile, vent'anni dopo, seduto in una stanza con le pareti blu perfette nel rendere il suo senso di solitudine e delusione.

Un aggettivo con cui descrivere "The Wrestler" è "umano": non ci mostra solo i combattimenti ma tutto ciò che viene prima e dopo, la preparazione cui seguirà lo scontro vero e proprio sul ring, le ferite e in modo particolare il mondo interiore di quest'uomo: si scava a fondo nella sua essenza, nel suo mondo e nel suo essere masochista. Alcune inquadrature sono notevoli: resterei per ore a guardare l'immagine di Randy seduto in una stanza, nella sua canottiera bianca, a fissare il vuoto, con un contrasto tra luce e ombra magnifico. Sta lì, beve e riflette, accompagnato da una colonna sonora che riesce realmente a rendere ed enfatizzare ciò che lui sta provando. Non ci sono parole per descriverlo. Fantastico poi il combattimento contro "l'Ayatollah", ci si ritrova inaspettatamente a sorridere e ad essere felici assieme a lui, come se la vittoria fosse un po' anche nostra.

Emozionanti le scene che vanno oltre lo spazio del ring: sullo schermo c'è soltanto un uomo comune che cerca di recuperare il rapporto con la figlia ormai grande non sapendo però nemmeno da dove iniziare dato che non la conosce affatto: non sa cosa le piace, come veste, quale musica ascolta. C'è un legame di sangue ma tutto quello che dovrebbe caratterizzare un vero rapporto risulta inesistente. D'altro canto la figlia, così restia a incontrarlo e a minare il proprio equilibrio emotivo, si fa coinvolgere dimostrando di avere bisogno dell'affetto del padre ma anche di saper tirare fuori il carattere quando ciò di cui ha bisogno non è ciò che lui è in grado di darle. Le scene all'interno del pub sono significative, intense e mai volgari, sebbene possano sembrarlo. Al contrario, contribuiscono ad affinare la delineazione dei personaggi. Altrettanto profondi i momenti con Pam: è lei inizialmente a rifiutare di mettere in discussione le proprie regole e le proprie priorità ma lui infine a stabilire le proprie in un finale duro ma perfetto. Se c'è una scena che mi è rimasta impressa è quella in cui Randy, nel locale in cui Cassidy lavora, la tratta come donna e non solo come spogliarellista ma lei lo rifiuta cosicché lui, ferito, alza il tono e la umilia in maniera fredda e cruda. Quell'istante mi ha ricordato una notte di quest'estate (non importa se sembra fuori luogo), forse proprio per l'atteggiamento e il loro modo di porsi.

Infine Robin Ramzinski, il suo vero nome nella vita di tutti i giorni, che lavora al supermercato: attimi struggenti che rappresentano la sua frustrazione nel dover rinunciare a quella che è la sua vita con un efficace climax ascendente fortemente sincero in cui spicca e finalmente esplode il suo dolore, il non volersi umiliare, quasi negando di essere l'uomo che è, fingendo che Randy non esista e sentendo il bisogno, allo stesso tempo, di vivere ed essere riconosciuto come Randy "The Ram", di farsi acclamare, di mostrare le proprie capacità con la voglia stratosferica di tirare fuori quella rabbia che dentro lo uccide. Ed è splendido e così riuscito perché Mickey Rourke (da applausi) interpreta se stesso, è dannatamente bello e vero.

Questo film riesce ad emozionare nella misura in cui è reale, tristemente malinconico e pieno di vuoti e mancanze in cui lo spettatore, in qualche modo, riesce a rispecchiarsi. Tutto ciò che conta per Randy è combattere, le urla, il successo. Non importa quanto vuoto si sentirà dopo quel momento di gloria, per non essere riuscito a fare di Pam la donna da stringere a sé ogni giorno della propria vita e per aver fallito ancora una volta con la figlia, incapace di fare il padre o, meglio, rinunciando a provarci. La colonna sonora è maledettamente struggente, fa venire i brividi dall'inizio alla fine.

"The Wrestler" è un film da vedere e basta, fa male, arriva dritto al cuore e fa versare non poche lacrime, ma sono emozioni che meritano di essere vissute. Col cuore pieno, finalmente posso andare a dormire.