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ROCKY II regia di Sylvester Stallone

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Lillyboa     9 / 10  30/09/2013 08:51:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Rocky II" è il degno seguito dell'inarrivabile primo "Rocky".
Rocky indossa ancora il cappello nero a falde e i guanti con le dita scoperte, non ha perso la camminata ciondolante da pugile che non riesce a tenere le spalle ferme; seguita a parlare con le tartarughe ed il pesce rosso, ma questa volta non è più solo quando fa ritorno a casa perché, accanto al recinto delle tigri coperto da una coltre di neve bianca, proprio dove gli era stato suggerito di portare Adriana per il primo appuntamento - perché "…ai ritardati piace il giardino zoologico…" - egli la conduce, invece, per chiederle, alla sua maniera sgrammaticata, ciò che di più bello una donna vorrebbe farsi chiedere dall'uomo che ama.
Ha anche qualche soldo in tasca in più, così da potersi permettere un nuovo appartamento, con tanto di parquet in legno di quercia e tubi di rame, una macchina che non saprà mai guidare bene, pelliccia ed orologio per la moglie, ed uno anche per il caro cognato Paulie, che finalmente corona il sogno di lavorare per Mr. Gasco.
Ma Rocky, che ha tenuto testa per 15 round al campione del mondo, continua ancora ad ispirare una profonda tenerezza. Non solo non riesce a girare la pubblicità di un dopobarba perché ha difficoltà a leggere a voce alta il gobbo, ma quei quarti di bue che nel primo capitolo assaliva con gli occhi di tigre, ora è costretto a metterseli in spalla per guadagnarsi da vivere.
Ancora una volta, sembra essere soltanto Adriana l'unica consolazione delle sue giornate, quando, stanco per la fatica, se ne ritorna a casa la sera.
Per uno come lui, senza diploma e con una fedina penale non proprio pulita, non ci sono impieghi da scrivania e quando perde pure il posto al mattatoio, la povera Adriana, ai primi mesi di gravidanza, è costretta a ritornare a lavorare presso il vecchio negozio di animali.
In confronto a loro, Paulie sembra avere in pugno l'intero porto di Philadelphia.
C'è una gigantografia sulle pareti della palestra di Mickey che lo ritrae con i guantoni ed i pantaloncini, ma Rocky ha l'umiltà di mettersi a fare l'inserviente proprio lì, a spazzolare quel ring che non può tornare a calcare perché Apollo Creed gli ha massacrato un occhio, ad alzare i secchi per raccogliere gli sputi degli altri pugili, che hanno già dimenticato le prodezze da lui compiute appena qualche mese prima.
E' di nuovo il Rocky del primo capitolo, con l'aria da bullo ed il cuore gentile, anzi, con qualche preoccupazione in più perché adesso ha una moglie ed un figlio in arrivo a cui badare.
Niente è cambiato neppure per lo spettatore che finisce per provare la sensazione di aver vissuto un intervallo decisamente lungo tra il primo ed il secondo tempo, quasi fossero due atti di un unico film.
Cinematograficamente, la saga si sarebbe potuta anche concludere qui. Gli altri seguiti sono assai godibili e pure particolarmente esaltanti, ma Stallone non riuscirà più a ritrovare l'espressività del primo e del secondo Rocky. E' come se per davvero avesse perso gli occhi della tigre.
Tuttavia, chi ha amato Rocky, quello col cappello a falde calcato sulla fronte, il giubbotto di pelle, la pallina di gomma, la sigaretta tra le labbra, la camminata da pugile, non potrà non amarlo anche quando indosserà cappotti di pelo di cammello, sponsorizzerà con disinvoltura carte da credito, parteciperà a gare di beneficenza, guiderà ferrari e scalerà montagne.