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YUKOKU regia di Yukio Mishima, Domoto Masaki

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Signor K.     10 / 10  07/12/2014 21:43:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questo mediometraggio, l'unico lavoro di Mishima dietro (e davanti) la macchina da presa, ci mostra l'epilogo delle vite del colonnello Takeyama e di sua moglie Reiko, vicenda già narrata dall'ultimo samurai nel romanzo "Patriottismo". "Yokoku" è il tentativo di filmare le idee che si fanno atto, l'azione come manifestazione dell'essenza di queste ultime e dell'uomo stesso – per dirla con le parole di Mishima: "Sapere e non agire equivale a non sapere".
"Yokoku" è di una bellezza struggente. I pochi minuti che vanno dall'atto di fiducia di Reiko, quel tacito accordo siglato nell'ultimo dolcissimo e sublime amplesso prima del seppuku di Takeyama, alla conclusione del film, a mio avviso, sono tra i più toccanti e profondi di sempre; una sequenza d'immagini estasianti (su tutte gli stupendi primi piani sul volto candido di Reiko) accompagnate da un suggestivo tappeto musicale.
La fine personale che Mishima affronterà da lì a poco la conoscono tutti, sarà uno dei motivi che renderanno ancora più affascinante questa sua opera. Sono d'accordo con chi ha contestato l'etichetta "fascista" che gli è stata appioppata. Personalità del calibro di Mishima non possono essere incasellate in categorie per subalterni quali sono i fascisti, i comunisti o i nostri/vostri "cari" democratici.

Capolavoro.