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HIGHLANDER - L'ULTIMO IMMORTALE regia di Russell Mulcahy

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chry2403     8 / 10  07/07/2009 00:05:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Pietra miliare del cinema degli anni Ottanta, è il film che ha creato la famosa frase “ne resterà soltanto uno” che ancora adesso si sente dire in giro.

Un’altra sua caratteristica è quella che, più di tutti, ha introdotto nell’immaginario collettivo la bellezza ma anche la difficoltà dell’immortalità, un grande plauso allo sceneggiatore Gregory Widen. Il film riesce anche a trasformare un nome assolutamente innocente come “highlander” in sinonimo di immortale.

Solo discreta la regia perché l’aspetto positivo per aver assemblato il tutto in un buon mix è spesso messo in secondo piano da scene del tutto gratuite, due esempi su tutti sono l’assurda completa distruzione del castello tramite solo delle spade e le stesse che fanno scintille quando c’è un duello, un effetto francamente inutile.

Splendido il racconto della storia del protagonista tramite continui flashback del suo tormentato passato, e non poteva mancare la parte nazista, utilizzata quasi sempre quando si vuole rendere il film un po’ più cattivo. Altrettanto splendidi i costumi, il lavoro di ricostruzione soprattutto della parte celtica è decisamente positivo.

Monumentali e perfettamente integrate nel film le musiche dei Queen in una colonna sonora veramente immortale, il successo dell’album e quello del film si sono dati una mano a vicenda e tutti e due hanno meritato il successo che hanno avuto.

Il film ha ispirato, tra le altre cose, anche una serie televisiva di più che sufficiente fattura, snobbato ben oltre le sue colpe.

Per questo film Lambert ha ricevuto onori e visibilità internazionale, tutti meritati perché la pellicola sembra tagliata su misura per le sue qualità artistiche. I suoi sguardi intensi sono tutto un programma e da soli danno enigmaticità e spessore al film.

Connery è sempre un attore di gran classe e non manca di farlo rilevare ad ogni sua apparizione mentre Brown (il cattivo) non è granché come antagonista, sarebbe stato opportuno chiamare un attore che rendesse più profondo ed accattivante il suo personaggio, Brown è solo plateale.

Tra le attrici femminili quella che emerge leggermente dal piattume è Celia Imrie (la prima donna che ha amato il protagonista nel clan e poi lo ha rifiutato), tutte le altre mi sono sembrate poco dentro la parte, un po’ sottotono insomma.

È stato e rimane una perla dei film che parlano di immortalità, non può mancare in una biblioteca che vuole essere ricca e di qualità.