carsit 5 / 10 28/07/2015 16:35:33 » Rispondi Terribile vedere tante potenzialità sprecate in questo modo. Purtroppo ci sono almeno tre difetti macroscopici che trascinano il film nell'insufficienza, almeno dal mio punto di vista. Il primo problema è quello del ritmo: per larghi tratti pare che il film giri a vuoto, riproponendo ciclicamente dinamiche e situazioni. Questo non porta a guizzi narrativi degni di nota, anzi, c'è perfino l'aggravante di sprecare tempo e pellicola senza costruire con la logica il colpo di scena finale. Il secondo grosso problema è dato una da sceneggiatura troppo dozzinale, che si crogiola in clichè narrativi e falle logiche non così tanto indifferenti.
La bambina è evidente che sia una seria minaccia per l'intera comunità. Perchè molti del villaggio si ostinano a proteggerla, nonostante questa sia praticamente sempre a piede libero a fare danni? IL colpo di scena finale non può assolutamente giustificare questi comportamenti poco logici.
Il terzo difetto è il finale, e su questo punto ci sarebbero da fare una valutazione duplice. L'idea, decontestualizzata dal film, vantava una certa originalità e sicuramente nobilitava l'intera vicenda. Purtroppo tale idea è inserito nel contesto narrativo di "Dorothy", ed il plot twist finale sbriciola la sceneggiatura come un cracker. Non bastano le buone performance di Carice Van Houten (Melisandre di GOT) e di Jaine Murray a risollevare le sorti di un film con troppi problemi. Da segnalare anche le ingombranti presenze di pellicole più famose dalla quale "Dorothy" prende spunto: "The wicker man" di Hardy, "Identity" di Mangold e "session 9" di Brad Anderson.
Il finale, parecchio confusionario, sottolinea come la psicologa sia stata sempre un'altra identità presente all'interno di Dorothy. La ragazzina catalizzava le identità delle persone defunte all'interno del villaggio. Dorothy diventa il mezzo della regista attraverso il quale viene condannata l'omertà ed il bigottismo di fondo dei paesani del villaggio. Questa è sicuramente una buonissima idea, ma i conti non tornano. I tre ragazzi (le tre identità) muoiono nel lago, e questo può starci. Ma la protagonista muore nel lago ad inizio film? Se fosse così, Dorothy non può aver conosciuto la donna, e di conseguenza il film non starebbe in piedi. Non può conoscere il suo lutto, la sua personalità e le sue paure. Oppure la psicologa era già diventata identità ad inizio film? Cioè è morta tempo addietro ed è stata già acquisita da "Dorothy"? Questo porta ad un altro buco di sceneggiatura: Dorothy assume le identità di chi muore all'interno della comunità. La psicologa, espressamente ribadito nel finale, viene da fuori e allora sarebbe morta all'esterno. Non avrebbe avuto nessun rapporto con Dorothy. Veramente un peccato: una buona idea sprecata in malo modo.