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WATCHMEN regia di Zack Snyder

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-Uskebasi-     9 / 10  26/04/2012 20:45:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La fotografia è nella mia mano.
E' una foto di un uomo e una donna, sono in un parco divertimenti nel 1959.
Tra 12 secondi lascio cadere la foto nella sabbia ai miei piedi e vado via. E' già lì, 12 secondi nel futuro.
Ora 10 secondi.
La fotografia è nella mia mano.
L'ho trovata in un bar abbandonato nella base sperimentale di Gila Flats, 27 ore fa. E' ancora lì, 27 ore nel passato, nella sua cornice, nel bar buio. Io sono ancora lì a guardarla.
La fotografia è nella mia mano.
La donna tiene un pop corn tra il pollice e l'indice. La ruota panoramica si ferma.
7 secondi ora.
E' il 1985, sono su Marte. E' il luglio 1959, sono in New Jersey, nel parco divertimenti di Palisades.
4 secondi, 3.
Ora sono stanco di guardare la foto. Apro le dita. Cade sulla sabbia ai miei piedi.
Vado a vedere le stelle. Sono così lontane, e la loro luce impiega molto a raggiungerci. Ciò che vediamo delle stelle sono le loro vecchie fotografie.
Sono a 227 milioni di km dal sole. La sua luce è vecchia di 10 minuti. Raggiungerà Plutone tra 2 ore.
2 ore nel futuro, osservo meteoriti da un balcone di vetro pensando a mio padre.
12 secondi nel passato, apro le dita. La foto cade.
Guardo le stelle. La cometa di Halley sfreccia attraverso il sistema solare nella sua grande ellisse di 76 anni. Mio padre ammirava la precisione del cielo, riparava gli orologi.
E' il 1945. Sono seduto in cucina, a Brooklyn, affascinato dagli ingranaggi disposti su un velluto nero. Ho 16 anni.
E' il 1985, sono su Marte. Ho 56 anni. La foto è ai miei piedi. Cade dalle mie dita. E' nella mia mano. Sto guardando le stelle, ammirando le loro complesse traiettorie nello spazio, nel tempo. Sto cercando di dare un nome alla forza che le ha messe in moto.

E' il 7 agosto 1945. La mattina a Brooklyn è umida e la porta della scala antincendio è stata lasciata aperta.
40 anni fa, degli ingranaggi piovvero su Brooklyn. 115 minuti nel futuro, grandinano meteoriti nell'atmosfera rarefatta di Marte.
E' il 1948 e sto arrivando all'Università di Princeton.
E'il 1958 e mi sto laureando in Fisica Atomica.
Cadono gli ingranaggi.
E' il 12 maggio 1959: il mio primo giorno al Gila Flats. Il professor Glass mi dà la mano e chiede a Wally Weaver di mostrarmi il posto. Ho 30 anni. Wally mi allontana dal sole dell'Arizona e mi porta in un bar affollato. Ho subito una sensazione di déjà vu, avevo già visto quel posto.
Janey...
Mi offre una birra, è la prima volta che una donna fa questo per me. Mentre mi porge il boccale ghiacciato le nostre dita si toccano.
E' il 1963, facciamo l'amore dopo una discussione.
E' il 1966, lei fa le valige. E' in lacrime, noncurante, per la rabbia.

E' luglio 1959. Torno in New Jersey, in vacanza. Janey fa il viaggio dall'Arizona insieme a me. Sua madre vive nel Jersey. Lei chiama dalla stazione ma non risponde nessuno. Visitiamo il parco divertimenti, in attesa che torni sua madre. Presso il tiro a segno, il cinturino dell'orologio di Janey si rompe. Prima che io riesca a raccoglierlo, un uomo grasso lo pesta. Le dico che so aggiustarlo. Sua madre ancora non risponde. Decidiamo di richiamarla dal mio albergo. Entrambi sappiamo cosa succederà. Gli eventi si intrecciano con dolce precisione...
E' il 1966. La valigia non si chiude e lei piange.
E' il 1985. Tra 100 minuti inizia la pioggia di meteoriti.
E' agosto 1959. Siamo tornati dal Jersey da un mese. Nel mio futuro, c'è l'incidente che mi aspetta...
Ora l'incidente mi ha quasi raggiunto. La porta si chiude alle sue spalle.
C'è qualcosa nella mia tasca. Lo tiro fuori, per esaminarlo. Come nuovo. L'aria si sta scaldando, troppo velocemente.
Vorrei che una bellissima donna mi porgesse un boccale di birra ghiacciata.
Tutti gli atomi nella cella dell'esperimento urlano insieme.
La luce. La luce mi sta facendo a pezzi.

E' settembre. Si tiene un funerale simbolico. Non c'è niente da seppellire.
E' ottobre. Janey mette la nostra foto del Jersey nella bacheca del bestiario. E' la mia unica foto esistente.
E' novembre. Ora è il 10 novembre. C'è un sistema circolatorio che cammina in cucina...
Il 14 novembre. E' solo questione di rimontare i componenti nell'ordine corretto. E' il 22 novembre...

E' ottobre 1985. Sono immerso nella luce di Andromeda di 2 milioni di anni fa. Vedo la supernova scoperta da Ernst Hartwig nel 1885, un secolo fa. L'oro si forma nelle supernove; solo lì. Tutto l'oro viene dalle supernove.
E' natale 1959. Sono sdraiato e la sento che mi grida nel 1963; singhiozza nel 1966. Le mie dita si aprono. La foto cade...
E' febbraio 1960, ed è tutto congelato. Sto iniziando ad accettare che non sentirò più il caldo o il freddo.
Dr. Manhattan. Mi stanno trasformando in qualcosa di pacchiano e letale.
E' novembre. I giornali mi chiamano nemico del crimine, quindi il Pentagono dice che devo combattere il crimine. Mi sfugge la morale delle mie azioni.
E' settembre 1961. John Kennedy mi stringe la mano, mi chiede come si sente un supereroe. Io gli rispondo che dovrebbe saperlo, lui annuisce, ridendo. 2 anni dopo, a Dallas, la sua testa rimbalza avanti e indietro. 2 spari.

E' il 1966. Sono in una stanza piena di persone che indossano costumi. Una ragazza molto giovane è seduta alla mia destra. mi guarda e sorride.
Nel 1985 le mie mani cingono il suo viso. E' bellissima. Dopo ogni lungo bacio, lei ne lascia uno più piccolo, più leggero sulle mie labbra, come una firma.
Nel 1966 le maschere stanno ancora battibeccando. Presto l'incontro finirà. Fuori Janey mi accusa di andare dietro alle ragazzine. Scoppia in lacrime furiose, chiede se sia perché lei sta invecchiando. E' vero. Ogni giorno invecchia più vistosamente... mentre io resto fermo.
E' il 1959. Janey mi sta porgendo il boccale. E' il 1966, lei fa le valige. E' in lacrime, noncurante, per la rabbia.
La foto è nella sabbia, ai miei piedi.
Nel 1969 ricevo la notizia della morte di mio padre.
Nel gennaio 1971 il presidente Nixon mi chiede di intervenire in Vietnam, mentre 10 anni prima Kennedy evitava di menzionare Cuba. Poi, a novembre, vengo informato che Wally Weaver è morto di cancro all'età di 34 anni.
E' marzo. Sono a Saigon dove ritrovo Edward Blake, il Comico. Blake è interessante. Non ho mai conosciuto nessuno tanto deliberatamente immorale. E' adatto al luogo: la follia, la violenza senza senso. Capisco il Vietnam e ciò che implica per la condizione umana, e mi rendo anche conto che pochi uomini ne avranno una comprensione tanto profonda. Blake è diverso. Lui capisce perfettamente, e non gli importa niente.
E' maggio. Sono qui da 2 mesi. Ci aspettiamo che i Vietcong si arrendano entro la settimana. Molti si sono già consegnati. Spesso, chiedono di arrendersi a me personalmente, con un terrore per me uguale solo al rispetto quasi religioso che mi mostrano. Ricordo come i giapponesi consideravano la bomba atomica dopo Hiroshima.

E' ottobre 1985. Decido di creare qualcosa, e abbandono le stelle, che potrebbero essere scomparse miliardi di anni fa. Non voglio più guardare cose morte. Scelgo un punto da dove iniziare la mia creazione. Mi siedo. Una manciata di sabbia rosa nel mio palmo blu. Questo pianeta deserto è magnificamente, completamente silenzioso.

Ora è il 1981. Laurie pensa che abbiamo perso la privacy. Le piacerebbe essere qui. Granelli rosa scorrono tra le mie dita blu, casualmente, un flusso caotico di silicone che sembra contenere la possibilità di ogni forma immaginabile. Ma è un'illusione. Le cose hanno una forma nel tempo, non solo nello spazio. Alcuni blocchi di marmo racchiudono la forma di una statua nel loro futuro.

Nel 1959 un bambino piange perché ha perso il palloncino. Da un momento all'altro si romperà il cinturino dell'orologio di Janey. Da qualche parte un uomo grasso si sta avvicinando al tiro a segno. Pesanti passi ignari del proprio destino.
E' agosto 1985. Cammino nella Grand Central Station con Laurie. Ci fermiamo dal giornalaio e compriamo una copia del Time Magazine, che commemora la settimana di Hiroshima. Sulla copertina, c'è un orologio da taschino rotto. Fermo nell'istante dell'esplosione, col quadrante spaccato. Le lancette bloccate.
E' sabato 12 ottobre 1985, ci informano dell'uccisione di Edward Blake. L'umore di Laurie sembra irrequieto per il resto del fine settimana.
Ora è sabato 19. Le mie mani cingono il viso di Laurie.
Nel 1966 le persone in costume litigano. Nel 1959 dico a Janey che la amerò per sempre. Più tardi, Laurie mi lascia.
Nel passato, su un tetto, avvicino a me il suo corpo di sedicenne, percepisco il suo profumo, non vorrei perderla mai. So che la perderò.
Ancora più avanti, in uno studio televisivo affollato, vengo accusato di uccidere le persone a me più vicine.
Sono stanco di questo mondo, di questa gente.
Sono stanco di essere intrappolato negli intrecci delle loro vite.
In Arizona, entro in un bar in rovina, con una sensazione di déjà vu...
Prendo la foto dalla bacheca rotta...e vado via. Vado su Marte.
Vado in un posto senza orologi, senza stagioni, senza clessidre che intrappolano la mobile sabbia rosa. Sotto di me, nella sabbia, si nasconde la forma segreta della mia creazione, sepolta nel futuro della sabbia. Sono pronto a iniziare.
Un mondo emerge attorno a me. Sono io a dargli forma, o i suoi contorni predeterminati guidano la mia mano?
Nel 1945 le bombe cadono sul Giappone, gli ingranaggi cadono a Brooklyn, semi del futuro, sparsi senza cura.
Senza di me, le cose sarebbero state diverse.
Se l'uomo grasso non avesse rotto l'orologio, se io non l'avessi lasciato nella cella dei test...
Sono io il responsabile quindi? O l'uomo grasso? O mio padre, che ha scelto la mia carriera?
Chi di noi è responsabile?
Chi crea il mondo?
Forse il mondo non è creato. Forse nulla è creato. Forse solo esiste, è esistito, ed esisterà sempre.
Un orologio senza orologiaio.
Sto su un balcone di sabbia rosa, indurita come vetro. Splende alla luce solare vecchia di 10 minuti.
La luce di 2 ore fa, sta arrivando a Plutone.
Se là hanno dei telescopi potenti, possono vedere me. La foto che mi cade dalle mani. Nella sabbia, ai miei piedi.
Nel 1945, sto su una scala antincendio, cerco di fermare mio padre, di prendere gli ingranaggi e i volani per rimetterli tutti al loro posto.
Ma è troppo tardi. E' sempre stato troppo tardi, sarà sempre troppo tardi.
Sopra le montagne del Nodus Gordii, gioielli di un meccanismo senza creatore, i primi meteoriti iniziano a cadere...