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RELIGIOLUS regia di Larry Charles

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scantia     6½ / 10  10/12/2010 03:03:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Lungi dall'essere un'invettiva dissacratoria contro le religioni, Charles analizza l'approccio al culto, che è cosa ben diversa dall'esprimere giudizi sulla fede o il suo oggetto primario, e da comico quale è lo fa con leggerezza, usa toni colloquiali, parla con la gente comune ma anche con esperti del settore, il tutto con assoluta e condivisibile non curanza del diritto di replica (se non immediata, comunque non preparata), o meglio, di ciò che in Italia è ormai divenuto il concetto degradato di diritto di replica, una deriva negativa della cultura da par-condicio tristemente vincolante nel nostro paese.
L'elemento che emerge è l'ignoranza di molti credenti riguardo ai tanti dogmi religiosi, un'ignoranza non derivante da mancata conoscenza ma da un'assoluta mancanza di approccio critico al problema. Non è il tema ad essere banalizzato, sono i toni con cui viene trattato, che nella loro riduzione semplicistica e informale risultano molto più immediati e incisivi.
Cosa c'è di offensivo nel chiedere ad un credente conferma dei propri dogmi: "lei crede veramente che i primi uomini sulla terra furono Adamo ed Eva? Che una vergine abbia partorito un bambino concepito da un Dio? Che l'ostia si trasformi in corpo di Cristo? Che nel paradiso la aspetteranno 72 vergini?". E dov'è la mancanza di rispetto se Charles lascia trapelare che per lui si tratta di assurdità? Si pretende forse che il rispetto per le credenze altrui implichi condivisione delle medesime?
Ma poi, concediamo per un attimo libero sfogo ad una punta di buon senso: si può veramente mantenere un'imperturbabile e rispettosa accondiscendenza davanti a chi sostiene che la creazione del mondo avvenne 8000 anni fa quando uomini e dinosauri convivevano?
Tutto il film va interpretato come ciò che è, una pacata esposizione da parte di un non-credente delle proprie perplessità. Chi non fosse d'accordo può esprimere liberamente la propria opinione contraria in un libro, film, documentario, o qualsiasi mezzo espressivo decida di utilizzare, secondo il vero significato della locuzione "diritto di replica" che non implica l'entrare a far parte di un discorso altrui, all'interno della sua opera.