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DISTRETTO 13: LE BRIGATE DELLA MORTE regia di John Carpenter

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7½ / 10  13/05/2010 13:49:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dopo aver diretto con Dan O’Bannon il fantascientifico “Dark Star”,Carpenter comincia a gettare le basi della sua filmografia selvaggia di degrado metropolitano e sociale.L’intuizione dell’assedio è ripresa da generi molto amati del regista,ossia l’horror ed il western.L’azzardo di ubicare un action movie tra quattro mura,dilatando i tempi ,limitando lo spazio e relative possibilità dinamiche è una sfida ampiamente vinta grazie ad una gestione della tensione ottimale,una narrazione senza tempi morti e un perfetto incastro delle varie vicende personali che convergeranno tutte verso il presidio 13,oggetto delle mire violente di una gang criminale.
Inoltre Carpenter,autore dello script oltre che della fenomenale colonna sonora, si mostra ligio nel voler rispettare i nessi logici,giustificando con efficacia l’isolamento del distretto e la naturale vulnerabilità di questo.L’autore mostra già grande prontezza non solo tecnica ma anche mentale,l’idea di non dare un volto preciso al nemico ma di confonderlo all’interno di un unico agglomerato maligno aumenta quel fattore di incertezza ed ansia nei confronti di qualcosa di ignoto e quindi ancor più temibile.
I pochi soldi non permisero a Carpenter un grande dispiego di mezzi ed infatti il finale un po’ sbrigativo soffre di questa penuria,non eccelsi gli attori,professionali ma anche poco espressivi a partire dalla bella Laurie Zimmer.
Un film che ha fatto scuola ed è divenuto oggetto di decine di imitazioni oltre che un onorevole remake diretto qualche anno fa dal francese Jean François Richet.Non solo un concentrato di sguaiata azione ma una riflessione pessimista su un presente oscuro,corrotto da un’ evidente regressione temporale,quasi un nuovo Far West ove la legge è bandita ed in cui il terribile omicidio della ragazzina simboleggia la perdita di ogni valore.