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LA COSA regia di John Carpenter

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Bi1979     9 / 10  25/04/2007 19:59:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anzitutto, un grosso CIAO a tutti gli utenti registrati e ai visitatori di questo sito! Ho effettuato la mia registrazione ieri e questo è il mio primo commento ad un film (qualcuno potrà molto legittimamente osservare: “e chi se ne frega!”) ;-)

Ma veniamo al film…
Premetto che il genere “horror” non è ciò che maggiormente s’intona coi miei gusti in fatto di cinema (a parte alcune eccezioni). Ragion per cui scelgo di non dare a questo film il voto massimo. Tuttavia, John Carpenter, da buon “maestro” della regia quale di fatto è, ha saputo infondere a questo film le sensazioni, le emozioni di fondo che la tematica sviluppata richiedeva.
Una distesa di ghiaccio, continuamente spazzata da venti e tempeste di neve, un cielo che si confonde con la terra in un’unica, nebulosa, alienante dimensione in cui spazio e tempo svaniscono nel nulla…Un’équipe di studiosi, ma prima ancora di uomini, alle prese con l’angosciosa monotonia e la solitudine (quella solitudine che si insinua nelle pieghe dell’animo, anche quando si è in mezzo ad altre persone) di giornate a malapena scandite dalle attività del quotidiano…Un fatto incomprensibile (ma solo il primo di una lunga, inevitabile, serie...), uomini che inseguono in elicottero un cane che fugge verso il campo-base dell’équipe, cercando di ucciderlo ad ogni costo, rimanendo invece uccisi essi stessi da coloro che, ignari, non avrebbero potuto comprendere ciò che realmente stava accadendo…Una “cosa”, aliena, ridesta, identificabile unicamente per mezzo dei viventi dei quali assume la forma…Viventi de-individuati che debbono essere scoperti, e uccisi, prima che la “cosa” si diffonda come un’invisibile macchia, rubando la vita a chi ancora la possiede come propria…prima che sia troppo tardi…
Solitudine. Angoscia. Rarefazione del tempo e dello spazio. Incomprensione e disorientamento dinnanzi ad accadimenti (a una "cosa”) fuori dal dominio dell’umano. Orrore cosmico. Dimensione dell’“homo-homini-lupus”. Disillusione e senso d’impotenza. E tuttavia l’istinto alla sopravvivenza, all’autoconservazione tramite l’estrema difesa della propria vita, questa intesa anzitutto come diritto alla propria auto-individuazione, prima ancora che come diritto ad un’esistenza materiale (la “cosa” mantiene le forme, assumendole, ma ne spossessa l’individuo).
Vorrei sottolineare una forte ascendenza lovecraftiana di questo film, che consiglio a chiunque sia rimasto affascinato dallo splendido racconto “Alle Montagne della Follia” (e anche, per altri versi, da “L’ombra fuori dal tempo”), in generale a chi non sia insensibile alle emozioni che sanno donare molti dei racconti dello scrittore di Providence.
Un’ultima nota di carattere più tecnico: non sono esperto di tecniche cinematografiche, ma mi sembra che, per l’anno di uscita, gli effetti speciali siano stati utilizzati in modo efficace e intelligente, soprattutto nella resa della “cosa”: essa risulta spesso “non-finita”, “non-completa”, “non-visibile”, “non-identificabile”, e fino all’ultimo “non-comprensibile” (perché “non-umana”). Un “essere” definito e definibile unicamente in termini di “non-essere”…
Un film da vedere assolutamente!
Invia una mail all'autore del commento matteo200486  25/04/2007 20:08:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ottimo modo per presentarsi, complimenti. Continua così, sono necessari bravi utenti che commentano con tanta passione i loro film. Complimenti
Bi1979  26/04/2007 09:20:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ti ringrazio molto! Ad esser sinceri, è il primo commento ad un film che scrivo in vita mia...pertanto considero il tuo apprezzamento come un buon auspicio...:-)