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IL PASSATO E' UNA TERRA STRANIERA regia di Daniele Vicari

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outsider     6 / 10  27/03/2012 10:14:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A T T E N Z I O N E, presenti passaggi che parlano di vari momenti del film, non gli ritenuti spoiler, anche per non inserirne troppi e rendere spiacevole il commento…


> devo dire che ho visto con piacere questa tutto sommato buona pellicola di vicari.

certamente non affascinante, causa le volute tinte troppo fosche e l'opacità eccessiva di elio germano,
un attore che mi è sempre sembrato ai limiti del normale ( sull'orlo di un'anormalità e non certo del genio ndr)

il film tuttavia riesce a decollare, complici cardini di improbabile realizzazione, come l'esplosione del borghesoccio insignificante figlio di papà e mamm(à) germano che scatta e colpisce, poi mi abbandona alla festa la bella fidanzata ( figlia del nostro albano…ah, quanti attori creano i genitori vip e la puglia…devo dire bella e brava, espressiva e piacevolissimo viso che buca lo schermo)
e va via con questo viscido sconosciuto, abbracciandone sin da subito il decorso esperienziale, sì come un pinocchio inseguir puote lucignolo.

la pellicola riporta ad una dimensione interiore lo spettatore, ovvero la rappresentazione di uno scenario possibile ma improbabile. ovviamente assecondarlo e crederci è la base per seguire una trama, a mio avviso, improbabile dato il personaggio germano e con momenti ancor più difficilili. ce ne sono a iosa

( dall'acquisto nascosto di una costosissima bmw al seguire da un momento all'altro l'amico in spagna, alla non insistenza dei genitori sui soldi, al fatto che la fidanzata, alla fine, viene lasciata ai margini, come un non detto in cui la ragazza non si fa avanti a chiedere spiegazioni. la donna ricca con villone ed SL mercedes posteggiata che prima sembra una escort di lusso e poi invece è giocatrice, moglie di chissà chi, che chissà perché intreccia questo incontro con uno sfigato germano, in una casa dove poi in altri orari vediamo i figli e questo sfigato, ripeto, perché ( scelta registica ) ritorna a sorpresa? è una scena per sottolineare che il protagonista metteva a nudo con se stesso il fatto di non avere una vita. anche il viscido amico aveva una vita schifosa da viscido, con madre malata, ma sua. lui evidentemente aveva una famiglia benestante, comoda, borghese con il classico padre prof. univ. vago e polveroso, lae protettiva e vaga anch'ella, interpretata dall'invecchiata show girl, una famiglia di inconsistenti professori, come tanti ne vediamo in italia.

un epilogo ancora più strano e improbabile come l'inizio. lui che ha vinto il concorso ed è lì? a bari? e non riconosce la ragazza dopo l'accaduto?

il film apre anche un'introspettiva e disgustante parentesi scenica sullo sfondo, divenuto poi motivo risolutore. lo stupro per incompletezza, cattiveria e vuotezza del seriale riondino.

improbabilità a iosa, con il ritorno da espana e germano, che aveva dormito, che lascia a lui l'auto e si fa scaricare a casa? poi ritrova l'auto con la radi accesa e lasciata aperta vicino al bar?
i malavitosi e i professionisti che si lasciano ingannare dal ragazzo baro riondino? ma scherziamo? lo avrebbero subito beccato, scoperto e fatto a pezzi.
questo che ha un contatto in spagna? quasi il traffico di droga fosse così semplice.
la cameriera così disponibile e prevedibile? si voleva raccontare una storia e il regista ha cercato ed evidentemente trovato una delle tante strade possibili, certo, ma con questo si introduce un nonsense di luogo comune sulle donne spagnole.
mitica la sorella di germano, attrice colosso ( la indovina) cui viene assegnato l'unico ruolo possibile lì, ma troppo povero e breve per una fuoriclasse.
germano impossibile, praticamente diviene anche lui, per un momento, un disgustante violentatore in un viaggio all'inferno con il reietto amico?
riondino che interpreta un escremento, un rifiuto sociale in quanto stupratore, forse, è l'unica cosa dsstante ma verosimile in un mondo come quello descritto, i ricorderemo, ahimè, solo la bari degradata, iar dei pescatori e poco più. praticamente un pezzo di sud che esiste, per carità, ma che non rappresenta certamente uno sfondo piacevole e credibile alla storia trattata.