elio91 7½ / 10 19/06/2010 18:49:12 » Rispondi Ennesimo horror sul tema religioso del demonio? No,non proprio. Quel furbacchione di Carpenter ci sa davvero fare come regista e anche come sceneggiatore. Il suo secondo capitolo di quella che definisce Trilogia dell'Apocalisse è si un horror a sfondo religioso,ma costruito in maniera (quasi) impeccabile,peccato per una prima parte che personalmente non mi ha entusiasmato come la seconda metà del film e il finale frenetico e tesissimo. Il fatto è che lo spettatore,attraverso una sceneggiatura che si rivela tutt'altro che banale, si trova a riflettere su una trama che richiama al Male puro,un anti-Dio che è l'opposto di Dio,non Satana (presente anch'esso). Grazie anche ad altri accorgimenti che tirano in ballo la religione cattolica sovvertendone i simboli (Gesù),lo spettatore,specie quello credente,subirà a poco a poco una paura graduale che deriva sia dalla bravura di Carpenter nel creare la tensione,sia nel fatto che manca un Dio a cui fare appello,che possa salvare e redimere i protagonisti a cui ci si identifica in maniera (di solito) naturale. Il film diventa completamente apocalittico,in questo senso,e si riallaccia di conseguenza all'illustre predecessore de La cosa e al successivo Seme della follia. Altri punti di contatto con La cosa (e con Distretto 13) è l'idea di ambientare la maggior parte della storia in un ambiente assediato,con dei simili-zombie che fungono da veri e propri parassiti (appunto,La cosa). Accorgimenti registici raffinati in puro stile Carpenter: l'ossessivo sguardo dei barboni e dei posseduti che osservano i protagonisti in modo passivo,la presenza ossessiva di croci e immagini dell'iconografia cristiana dappertutto fino a rendere l'atmosfera irrespirabile. Poi,il grandissimo Pleasance,Wong che già era in Grosso guaio a Chinatown cosi come Dennis Dun. Le musiche (sempre del tuttofare Carpenter) molto intriganti. Infine alcune scene straordinarie: mi hanno colpito tantissimo quelle riguardanti lo specchio ma in particolare
quando Catherine si trova dall'altra parte e,dopo che Loomis tira l'ascia,tutto diventa buio "all'interno" dello specchio.
Finale che lascia l'amaro in bocca ma ottimo cosi com'è. Dispiace solo per una prima parte che non mi è sembrata all'altezza,a dispetto di quanto dicono molti.