gli incubi deliranti del giornalista ai limiti dell'espressionismo, con un'inquadratura da incorniciare, la giuria dormiente, amarissimo ritratto (moderno) della giustizia.
e un Peter Lorre terrificante. Il film a volte soffre un pò di una certa ingenuità a livello di sceneggiatura e pure il doppiaggio non è spesso ispirato (soprattutto il finale), ma per il resto, grandissima regia (e che giochi di luce!), grandissimi interpreti e condivisibile riflessione. Suspence assicurata, da vedere!