tylerdurden73 7 / 10 27/02/2013 14:50:46 » Rispondi Nel Marzo del 2001 Armin Miewes balzò tristemente agli onori della cronaca per aver evirato, ucciso e quindi in parte mangiato Bernd J. Brandes. "Grimm Love" si rifà a quel fattaccio che sconvolse la Germania, non tanto per i già raccapriccianti aspetti cannibalici, ma soprattutto per la condizione della vittima, assolutamente consenziente. Il regista Martin Weisz cambia i nomi e ricama un poco sulla storia, cercando motivazioni che possano dare un senso alle pulsioni che fecero incontrare e legare indissolubilmente il destino dei due uomini. Per gli amanti dello splatter c'è poco da festeggiare, le scene più forti vengono suggerite o solo fatte intuire restando ugualmente disturbanti. Come da prassi si riferisce di infanzie infelici (immortalate da un'efficace pellicola consunta) e si offrono supposizioni con alla base traumi importanti mai assorbiti messi in scena con stile distaccato, adatto nel favorire un clima pesante intensificato dalla livida fotografia. Il film è notevole con qualche piccola pecca: trascurabile il segmento parallelo con la laureanda fagocitata dalla morbosa curiosità, inoltre appare troppo approssimativo il modo con cui la ragazza entra in possesso dello scottante video, macabro ricordo e testimonianza inattaccabile riguardo la risolutezza della vittima. La sensazione è che i personaggi vengano ammorbiditi affinché risultino meno tenebrosi, non sorprende che il rapporto sia sicuramente inquadrato come degenerato, eppure riconducibile ad una simbiosi in cui il possesso e il donarsi siano addirittura sinonimi di amore. "Grimm Love" colpisce per il desiderio di completamento, feroce nei modi eppur pregno di comprensione e dolcezza nella tragica evidenza della propria diversità.