Alpagueur 8½ / 10 05/10/2020 12:02:41 » Rispondi La storia è incentrata su uno scrittore di romanzi gialli in visita a Roma per promuovere il suo nuovo libro, ma viene presto travolto da una serie di omicidi simili a quelli descritti nel suo nuovo romanzo. Tenebre è un film imbiancato con alcuni dei migliori omicidi di Argento e il suo stile visivo meraviglioso, inventivo e innovativo. Forse il suo miglior giallo, Tenebre supporta anche una trama brillante, con colpi di scena assolutamente sorprendenti che sono tra i suoi migliori. Argento non è noto per le sue grandi trame, perché molti dei suoi film contengono quelli che sono considerati intrecci poveri, nella media. Il suo capolavoro Suspiria è stato criticato per un plot povero, ma la critica perde la prospettiva di Argento. È un regista visivo. Non si concentra troppo sulle trame, ma piuttosto sull'aspetto visivo di un film per rafforzare l'impatto di viverle. I suoi film risplendono di creatività e bellezza macabra e i suoi omicidi hanno un'elegante qualità operativa. Ma qui in questo capolavoro duraturo, offre una trama superba e immagini meravigliose. Anche la recitazione in Tenebre è di alto livello. Anthony Franciosa in primis è eccellente e ci offre una prestazione abbastanza interessante e realistica da catturare la nostra attenzione. Geniale anche Daria Nicolodi, che riesce a regalarci una prestazione equilibrata, ben proporzionata, sicuramente tra le sue migliori. Ha anche un urlo penetrante, uno dei migliori che abbia mai sentito. John Saxon è senza dubbio eccellente e porta un po 'di commedia in un film dai toni fortemente horror. Il resto del cast ci offre prestazioni sopra la media che aiutano il film sotto molti aspetti. Visivamente, il film è travolgente. Muri ricoperti di bianco contrastano con le gocce o gli schizzi di sangue versati su di essi, che colpiscono il pubblico con vividezza. A differenza di Suspiria e del misterioso Inferno, il film è quasi privo di colore, con il rosso, il marrone e l'occasionale blu che ogni tanto si insinuano. Ciò conferisce al film un'atemporalità, una proprietà che Argento realizza in modo eccellente in film come il già citato Suspiria. Anche gli attori sono vestiti per lo più di bianco (il pensiero va subito ai flashback della ragazza sulla spiaggia), il che conferisce a questo capolavoro una qualità luminosa. C'è una partitura (Simonetti) che rafforza l'atmosfera e la bellezza imposte. Può trillare, rivettare e semplicemente sfrigolare nella tua mente. È una colonna sonora che potresti ascoltare anche senza il film e avere comunque la sensazione di come sia Tenebre: emozionante, bello e inventivo. Alcuni momenti brillanti si trovano anche ovunque a Tenebre. Il doppio omicidio di due donne all'inizio del film è puro splendore, e Argento tratta questi omicidi con un'elegante abilità artistica e porta loro una danza come qualità, che ringhia di bellezza. L'omicidio di queste due donne è tra i suoi migliori, certamente tra i suoi primi cinque più grandi omicidi. La ragazza inseguita da un cane feroce (dobermann) è elettrizzante, da cardiopalma, perché a un certo punto della nostra vita probabilmente tutti noi siamo stati inseguiti da un animale. Più avanti nel film c'è un omicidio compiuto per mezzo di un'ascia su una bella donna dai capelli neri che è qualcosa di geniale e che trascende il cruento in arte. Tenebre è sicuramente tra i quattro migliori lavori di Argento, purtroppo qui esistono solo i mezzivoti (per una diversificazione più accurata ci sarebbero voluti i centesimi) per cui ho dovuto accomunarlo a L'uccello dalle piume di cristallo, con lo stesso voto. Ma ci può stare.
Le scarpette rosse col tacco, che fanno da cornice occasionale all'evento sulla spiaggia, trauma giovanile scatenante dell'assassino ed elemento trainante del film, non sono proprio un'idea originale: tempo addietro Armando Crispino aveva avuto la stessa idea per il suo meraviglioso "L'etrusco uccide ancora" (1972), le stesse erano state conservate nel tempo dal killer, shockato da bambino. L'idea dei due assassini era stata in realtà già sdoganata da Duccio Tessari nel 1971 ne "Una farfalla con le ali insanguinate", anche se Argento "utilizza" il secondo killer per finalità e scopi diversi. Memorabili le scene in cui l'assassino prende le pastiglie per l'emicrania al bar e poi in un luogo non ben precisato, con la sua ombra che si staglia straziante sul muro), così come la soggettiva di lui che cerca un varco per introdursi furtivamente nel caseggiato delle due lesbiche, accompagnata dalla splendida "PAURA" di Simonetti.