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SUSPIRIA regia di Dario Argento

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8 / 10  09/07/2014 11:23:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Suspiria" assieme a "Profondo Rosso" segna il top della produzione di Dario Argento, un film eccellente sospeso tra horror gotico, favola ed efferatezze tipiche del cinema di paura degli anni 70/80. E' anche il capitolo che dà il via alla cosiddetta Trilogia delle Tre Madri (poi continuata con il fiacco "Inferno" nell'80 e con l'inguardabile "La Terza Madre" nel 2007).
Già straordinario per la location scelta, ovvero una scuola di danza posizionata vicino a Friburgo, nello specifico all'interno della suggestiva Foresta Nera, trova nelle invenzioni scenografiche ed estetiche volute dal regista romano dei punti di forza straordinari.
Le aspirazioni della giovane Susy si scontrano con un mondo inquietante dominato da antichi rituali, reso ancor più sinistro da scelte cromatiche evidentemente debitrici ai lavori del maestro Mario Bava con un abbondanza di giochi di luce (soprattutto tendenti al rosso e al blu) in grado di alzare sensibilmente l'asticella della tensione.
Da aggiungere alla perfezione estetica -determinata anche dalle pregevoli scenografie- l'indimenticabile e terrificante colonna sonora firmata dai Goblin, ingrediente indispensabile per la materializzazione di atmosfere opprimenti. La gestione dei tempi narrativi è notevole, Argento riesce a spaventare grazie ad un meccanismo elaborato nei minimi particolari. E' anche vero che dal punto di vista narrativo si potrebbe muovere qualche accusa, ma francamente lo script non incappa in gravi battute a vuoto. L'unico problema potrebbe risiedere nella linearità eccessiva, con relativo mistero non poi così impossibile da decriptare.
Tutto sommato la sceneggiatura, non perfetta come spesso riscontrabile nei lavori del regista romano, si lascia comunque apprezzare, anche se poi a dominare c'è l'estetica, a solleticare le percezioni sensoriali dello spettatore calato in un incubo dal sapore atavico in cui la fiaba si trasforma nel più efferato degli incubi.
Le morti spettacolari non mancano, Argento dà fondo alla sua tecnica ideando inquadrature di gran fattura, quindi ricorrendo alla fantasia macabra per creare omicidi piuttosto cruenti.
Un cult a ragione, tra i migliori horror italiani di tutti i tempi.