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ALL THAT JAZZ - LO SPETTACOLO COMINCIA regia di Bob Fosse

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stratoZ     8½ / 10  06/03/2024 12:51:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Splendida opera autobiografica di Fosse che come già ampiamente accennato precedentemente realizza il suo 8 ½ , una edulcoratissima rappresentazione della vita dell'artista alle prese con i suoi dubbi esistenziali, con le sue turbe ma soprattutto con la morte, qui in una delle sue rappresentazioni più originali, privata del suo caratteristico abito nero e della sua cupezza, trattata con una fervida autoironia e la capacità di renderla affascinante, quasi magnetica, nonostante il forte contrasto che si viene a creare con la produzione artistica, uno dei motori emotivi dell'opera sempre al centro dei dilemmi del protagonista.

Scheider interpreta un regista teatrale e coreografo di grande successo, un artista a tutto tondo che spazia anche nel cinema, un uomo talentuoso che trasforma in oro buona parte di quello che riesce a toccare, carismatico ed istrionico ha il vizio della bella vita, tra donne e fumo, dai rapporti fugaci, approfitta della sua posizione di spicco e del grande fascino dell'artista per andare a letto con le ballerine dei suoi spettacoli, ecco la prima parte si concentra prettamente su tutto questo, mettendo in risalto i rapporti interpersonali del protagonista, sempre troppo frettolosi, sempre troppo trattati con negligenza da un uomo sfuggevole e apparentemente irraggiungibile dall'idea di un rapporto serio, si nota anche una grande passione per il lavoro, tendendo a mettere sempre l'arte in primo piano, con lo smazzarsi continuamente tra prove, il montaggio del suo prossimo film e progetti in divenire, insomma la prima parte può sembrare una frenetica rappresentazione della vita dell'artista di successo ed impegnato, senza un attimo di tregua, noncurante delle relazioni interpersonali, fatta eccezione per la figlia, forse unico personaggio per cui prova un sincero affetto.

Nella seconda parte invece, con la grave malattia cardiaca che affliggerà il protagonista, emergono nuove tematiche, dal rapporto con la morte alle implicazioni metartistiche, fino a quella tremenda paura del protagonista, di essere uno normale, come gli altri, il suo più grande terrore.
Il film procede come un calvario con la speranza più volte rimandata e sempre più flebile che l'artista possa tornare il prima possibile in azione nella produzione del suo spettacolo, alternando momenti tragici a ad altri liberatori, la malattia trattata come un fardello di cui vorrebbe liberarsi ma non ha la pazienza per farlo, organizzando anche feste nella stanza d'ospedale o addirittura una fuga liberatoria in vesti ospedaliere in uno degli ultimi momenti di libertà.

Fosse mette in scena un musical sontuoso, visivamente incredibile con una composizione del quadro ricercatissima, stupiscono le simmetrie e l'exploit di colori, la prospettiva triangolare quanto le coreografie, innumerevoli gli intermezzi musicali indimenticabili tra quello stile omaggiante al musical teatrale e una forte componente onirico simbolica, che unita alla splendida colonna sonora regala momenti di altissimo valore artistico, esaltando, riflettendo, fino ad arrivare a commuovere nella parte finale di matrice esistenzialista e metartistica, un montaggio serrato quanto evidente, come a denunciare la natura finzionale dell'opera stessa, All that jazz è tutto questo, è la vita dell'artista in bilico tra le sue creazioni, come se fosse un Di0 e la natura terrena dell'uomo, diviso tra il suo ego e l'amore per l'arte, intesa come la più libera espressione.
Per quanto mi riguarda tra i musical più belli che mi sia capitato di vedere.