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OPERA regia di Dario Argento

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Alpagueur     6 / 10  16/10/2020 11:40:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quando la diva di un'audace produzione del Macbeth di Verdi diretto da Marco (Ian Charleson) ha un incidente, la giovane cantante lirica Betty (Cristina Marsillach) la sostituisce con successo. Presto uno psicopatico ossessionato da Betty uccide il suo ragazzo, l'assistente di produzione Stefano (William McNamara); la costumista Giulia (Coralina Cataldi-Tassoni); e la sua agente Mira (Daria Nicolodi). L'ispettore Alan Santini (Urbano Barberini), suo ammiratore, protegge Betty, ma l'assassino le si avvicina sempre (chi potrebbe essere?). "Opera" è una versione in giallo de Il fantasma dell'opera di Dario Argento. La sceneggiatura ha molti difetti, ma tecnicamente il film è fatto bene. Il lavoro della telecamera è fantastico, esplorando angoli e movimenti insoliti. La cinematografia è eccezionale utilizzando bellissimi colori vivaci. La colonna sonora (Simonetti) e interessante ma non eccellente come in altri film gialli (il suo apice per me lo raggiunge in "Morirai a mezzanotte" di L. Bava). E gli effetti speciali con tanto sangue sono di prim'ordine, con i soliti omicidi. Il cast ha buone prestazioni e il film è talvolta inconcludente in alcuni passaggi. E' però stranamente uno dei film di matrice argentiana che ho ri(s)valutato col tempo, così come "Il gatto a 9 code"… la prima volta lo vidi al cinema, appena due anni dopo "Phenomena", anche quello visto al cinema, l'impressione fu buona, però non ne rimasi così affascinato come accadde per "Phenomena"… ciò che mi spinse ad andare a vederlo, così come per "Phenomena", fu la locandina, che ritraeva questi due enormi occhi con tanto di nastro e spilli attaccati per costringere la malcapitata a tenerli aperti (faceva molto "Arancia meccanica" devo dire) e sullo sfondo gli spalti di questo magnifico teatro, ripreso con un grandangolo molto spinto…insomma dovevo assolutamente sapere il motivo di quella macabra tortura. Il movente alla fine è un po' banale e pretenzioso, l'assassino ha subito un trauma (in età adulta, e questo mi ha fatto riflettere parecchio) ma poi alla fine non sembra neanche che ne sia rimasto molto scosso. Anche le fasi concitate che portano al suo arresto alla fine sono inattendibili. Molto suggestive le due scene dello sparo attraverso lo spioncino e della "planata" del corvo a mo' di aquila alla ricerca dell'assassino. Film senza infamia e senza lode, che si inserisce a metà (assieme al gatto a 9 code e a Inferno) tra i lavori migliori e peggiori del regista romano. p.s. alla sceneggiatura ha collaborato anche Franco Ferrini, che ho sempre ammirato, ma che qui sembra abbia perso un po' di smalto (chi lo sa, magari ha contribuito in maniera marginale)... diciamo che sul lato del trauma scatenante/movente si poteva fare meglio ecco.