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IL GATTO A NOVE CODE regia di Dario Argento

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Alpagueur     6½ / 10  16/10/2020 10:52:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il film più controverso di Argento! Ho dovuto scindere la razionalità critica da un coinvolgimento emozionale per analizzarlo nella maniera più obiettiva possibile.
Analisi 1: il film mi è apparso abbastanza deludente, dopo un più che ottimo debutto di Argento con "L'uccello dalle piume di cristallo". Sfortunatamente, gli eventi, rappresentati nel film, sembrano troppo razionali per rendere Il gatto a 9 code un thriller perfetto. Non si avverte mai la natura mistica e surreale del male supremo, incarnato nel corpo del serial killer, tipico delle migliori opere del regista italiano di culto, come "Profondo Rosso". Tutto ciò che compie l'assassino, qui, è spiegato dalla logica, ma per quanto mi riguarda, il "trauma" scatenante è la pura follia (dovuta al cromosoma sballato), che è assente per quasi due ore di film. L'assassino poteva essere quella persona così come poteva essere un suo collega, sarebbe cambiato poco, dato che non ha una storia drammatica alle spalle. E' anche vero che il movente è molto simile a quello di "Non ho sonno", ma li l'input alla violenza non viene indotto, è conseguente ad una scelta più o meno consapevole. In questo film invece tutto avviene in maniera meccanica, per cui anche il killer appare un po' estraneo alla vicenda. E alla fine la vera storia che tiene banco è il rapporto affettivo tra nonno (biscottino) e nipotina. Comunque, le scene di violenza sono girate in modo abbastanza estetico, la musica di Ennio Morricone è bellissima come sempre, quindi vale la pena guardarlo. Voto 4.5.
Analisi 2 (dimenticare tutto quanto detto sopra): Il determinato giornalista Carlo Giordani (un'eccellente e coinvolgente interpretazione di James Franciscus) e l'astuto ed esuberante enigmista cieco Franco Arno (superbamente interpretato da Karl Malden) uniscono le forze per indagare su un brutale gruppo di scioccanti omicidi. I due scoprono una sinistra cospirazione medica che li mette entrambi in grave pericolo. Lo sceneggiatore/regista Dario Argento racconta la trama complicata e avvincente a un ritmo graduale ma costante e mette in scena le scene del sanguinoso omicidio con brio. Inoltre, Argento saggia saggiamente minimizza i suoi soliti sbalzi visivi a favore di uno stile più basso e sobrio che aggiunge sostanzialmente alla plausibilità complessiva del film. Questo a sua volta conferisce al quadro una solida base in una certa realtà quotidiana che è sia credibile che lodevole in egual misura. L'elegante, sontuosa cinematografia di Enrico Menczer e in particolare la spettrale colonna sonora funk groovy avant gard prog-rock di Ennio Morricone sono altrettanto belle ed efficaci. Le scene tra Arno e la sua dolce nipote Lori (l'adorabile Cinzia De Carolis) sono davvero toccanti. La straordinariamente bella Catherine Spaak fa una forte impressione come Anna Terzi, ricca e intelligente, piena di interessi amorosi. L'affabile chimica naturale tra Franciscus e Malden è una vera gioia da guardare. Il confronto culminante tra Giordani e il killer è estremamente teso, avvincente ed emozionante. Un buon giallo solido e soddisfacente, con una delle morti più crudeli dell'assassino tra i film argentiani. Voto 7.5.
In conclusione, la media sarebbe 6, ma ho voluto tenermi un po' più largo per farlo rientrare in quel gruppetto di film di Argento c.d. "borderline" (di cui fanno parte a mio parere anche "Opera" e "Inferno", con voti poco più che sufficienti) che fanno da trade d'union tra i suoi capolavori ("L'uccello dalle piume di cristallo", "Quattro mosche di velluto grigio", "Profondo rosso", "Tenebre", "Suspiria", "Phenomena", "Trauma" e "Non ho sonno", con voti da 8 a 9) e i suoi film peggiori ("Il cartaio", "La sindrome di Stendahl", "La 3 madre", "Giallo", "Il fantasma dell'Opera" etc, con voti sotto il 6).