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4 MOSCHE DI VELLUTO GRIGIO regia di Dario Argento

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Neurotico     8 / 10  27/03/2015 09:59:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Quattro mosche di velluto grigio" è, tra i film della trilogia degli animali, quello che comincia a mostrare la simpatia, da parte del suo autore, per ambientazioni fantastiche o "fuori dal tempo".
Un esempio è la scena della domestica nel parco, tra bambini e passanti, che di colpo spariscono e improvvisamente il giorno diventa notte minacciosa.

Più in generale è il luogo in cui si svolge la vicenda ad apparire quasi etereo e rarefatto, un eterogeneo mix di ambienti (quello selvaggio e incontaminato con "il professore" e il pescatore Diomede contrapposto a uno stile mondano e frenetico), contrassegnato da un'urbanistica disunita e frastagliata, spesso accostabile alla dimensione onirica. Infatti una delle immagini più geniali del film è il sogno ricorrente del protagonista, con decapitazione premonitrice, come una sorta di anticipazione della telepatia presente in "Profondo Rosso".

E' uno dei film di Argento più clastrofobici: la casa del musicista rock, la strettoia in cui si incanala la cameriera inseguita dall'assassino. E' un'ansia dei luoghi chiusi che però è alleggerita dall'ambiente quasi idilliaco in cui vivono i personaggi di Lionello e Spencer. Il finale è forse il più spietato e violento della trilogia, ed è una scena in cui Argento mette in mostra la sua indiscutibile tecnica registica.