matteo200486 8½ / 10 03/06/2008 09:32:34 » Rispondi "In tempo di guerra uccidere diventa naturale. Soprattutto quando non è necessario"
Il ritorno di Romero con un horror low-budget che spero non venga trasmesso nei cinema. La ragione è semplice: è troppo raffinato registicamente parlando e ben lontano dagli standard del pubblico dei popcorn-movie. Seppur con un difetto molto grande quale il cast, e la caratterizzazione dei personaggi (potrei salvarne solo uno), Diary of the Dead rimane, a mio parere, un ottimo prodotto. Romero arricchisce la sua opera con la sua classica dura critica verso la società, in particolare, verso i mass-media, verso la televisione e i giornalisti. Quest'ultimi sono rei di manipolare l'informazione distorcendo la realtà (in Italia questo problema è percepibile dai “vivi”) e da qui la necessità di creare qualcosa di reale un “diario della crudeltà”. Ma una dura critica verso i “non vivi” verso una parte della società plasmata ad immagine e somiglianza dei potenti, una parte della popolazione assolutamente incanalata nei modelli forniti dal mezzo catodico. Privi di alcun senso critico verso la realtà e verso ciò che i mezzi d'informazione spacciano come verità. Un'analisi del lato animale dell'uomo pronto ad abbandonare qualsiasi dovere morale e spinto da un irrefrenabile desiderio voyoristico di “guardare e non aiutare”. Raramente si possono vedere horror tematicamente impegnati e Diary of the Dead è uno di questi, in pieno stile Romero. Un film tecnicamente eccellente, riprese ottime, grande montaggio e in un prodotto low-budget come questo, le grosse capacità registiche del grande Romero si fanno sentire. Ottimo make-up, digitale ridotto al minimo, per un prodotto che diventerà un cult in futuro.
“La tecnologia è fantastica finché funziona”
Enzo001 04/06/2008 15:23:59 » Rispondi Mi hai davvero incuriosito, bravo!