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IL PAPA' DI GIOVANNA regia di Pupi Avati

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Invia una mail all'autore del commento Larry King     7½ / 10  18/09/2008 16:29:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sebbene con alcuni limiti in alcun caso molto evidenti, fra i quali l'ennesima riproposizione dell'ambientazione storica a cavallo fra le due guerre, la figura reotrica del perdente di Orlando, vicina nei toni e nella mimica ai personaggi avatiani recenti interpretati da Marcorè ne" Il cuore altrove" o Albanese de "La seconda notte di nozze", il film riesce ad emozionare e a coinvolgere per quasi tutta la sua durata. Avati si conferma unico nel saper dirigere gli attori e a disegnare ritratti umani. Ne sono ad esempio soprattutto i personaggi minori, come Serena Grandi o Edoardo Romano, che pur rimanendo in scena per poco rimangono impressi nella mente. Molto più che convincente la prova di Ezio Greggio, che ha l'unico difetto di essere un personaggio televisivo di spicco e di portarsi dietro alcuni ingiustificati pregiudizi sulle sue capacità recitative.
Orlando e la Rothwacher sono dei fuoriclasse, ma il film rimane soprattutto un grande ritratto corale, al quale l'impostazione teatrale di alcune scene, le cene nell'appartamento di Greggio, il processo di Giovanna, non può far altro che giovare. Sottile il filo citazionista di alcune scene e l'ispirazione dei grandi classici della cosidetta "commedia all'italiana". Non solo il Borghese piccolo di Monicelli; come molti hanno sottolineato, ma rimandi anche alla "Giornata particolare" di Scola, soprattutto nella descrizione del vivere una diversità ai tempi del regime. Altrettanto azzeccato l'auto-citazionismo delle campagne ferraresi, con le figure grottesche della propietaria della casa e del figlio sordomuto che fumano alla finestra, che sembrano uscire da "La casa dalle finestre che ridono".
Unico neo ulteriore, aver solo marginalmente descritto il rapporto fra le due ragazze, e il fatto che il fim, ma quanti se ne saranno accorti, sia raccontato da Giovanna in prima persona, cercando forse un tono assolutorio al suo atto scellerato, o forse con la presunzione di voler fare della sua storia una parabola della diversità, in nome della quale si può perdonare tutto? Fatto che mi lascia perplesso e non mi permette di assegnare un voto più alto

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disamistade  02/10/2008 00:26:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Son d'accordo con te su quasi tutto quello che scrivi, soprattutto per quanto riguarda le citazioni ed auto-citazioni(ammetto che a Scola non avevo pensato). purtroppo persone famose come Greggio sono legate a pregiudizi, è vero, ma è altrettanto innegabile che i loro volti sono entrati così tanto nell'immaginario comune che il personaggio Ezio Greggio schiaccia inevitabilmente il personaggio Sergio Ghia.
il rapporto fra le due ragazze, invece, che è indubbiamente poco chiaro, a mio avviso non è però un neo, ma anzi probabilmente qualcosa di voluto l Capire se e in che misura la bella vittima sia davvero amica della bruttina Giovanna, non credo sia il punto della vicenda. in primo luogo probabilmente perchè nemmeno le due dirette interessate probabilmente lo avevano chiaro, sempre in bilico tra amicizia-compassione-invidia, ed in secondo luogo perchè qualsiasi cosa ci fosse fra le due nella realtà, essa sarebbe comunque stata falsata dalla visione di Giovanna. quello stesso modo di vedere il mondo che trasforma "l'amica" più in un oggetto ostacolante da eliminare che in una persona pensante che può o meno esserle affezionata. E così, infatti, il suo non è, ai suoi occhi, un omicidio ma una semplice risoluzione di un problema.
Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  02/10/2008 09:13:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tu hai un nick bellissimo.