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FUNNY GAMES regia di Michael Haneke

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Angel Heart     8½ / 10  04/05/2010 16:41:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Si può tranquillamente definire come uno dei film più massacrati dal pubblico negli ultimi tempi, in gran parte ingiustamente, a causa anche di un battage pubblicitario da parte dei distributori italiani che hanno spacciato il film come il nuovo Arancia Meccanica, con il quale ha solo qualche piccolo punto da spartire e che affronta tematiche completamente diverse. Una inopportuna scelta di marketing, vista anche la grande popolarità che la pellicola di Kubrick possiede ancora tutt'oggi, sopratutto tra i giovani. Il confronto per maggior parte fu inevitabile, e per questo motivo il titolo in questione ne uscì con le ossa rotte.
Tolto questo fatto però, Funny Games è stato una vera rivelazione, per l'idea, per la tecnica, e per il modo diverso in cui propone e mostra la violenza allo spettatore, ormai talmente abituato agli standard di splatter attuali da rimanere insoddisfatto davanti alla violenza più suggerita che mostrata.
Una storia sconvolgente e (purtroppo) fin troppo reale (sopratutto ai giorni nostri, nei TG non si sente altro), un film carico di tensione dall'inizio alla fine, una tipica famiglia americana che si vede illogicamente crollare il mondo addosso nel giro di pochi minuti e che viene sottoposta ad una violenza fisica e psicologica inaudita, colpa di due aguzzini all'inizio apparentemente innocui, ma in realtà pericolosissimi ed irritanti, che li torturano senza alcuna ragione, usano continuamente nomi fittizzi e urtano i nervi delle vittime con i loro demenziali battibecchi e la loro costruita bontà ed eleganza.
Il tutto per puro e semplice divertimento, non ci sono motivi, solo un semplice Funny Game, una scommessa con il pubblico, un gioco interessante o noioso, a seconda della personalità delle vittime. E quello che più sconvolge, è che sono cose che possono succedere a chiunque in qualunque momento.
Un'opera fredda ed agghiacciante, distintamente realizzata e recitata magistralmente da tutti gli attori (specialmente da Michael Pitt, che sebbene non lo abbia mai sopportato non posso negarne la bravura, e dal molto criticato Tim Roth, a mio avviso perfetto nella parte del marito che rimane per gran parte della vicenda completamente scioccato e rassegnato al susseguirsi degli insensati eventi a tal punto da essere completamente incapace di difendere i propri famigliari).
Unica ed impeccabile anche la regia di Haneke, un grande stile, originale (ma anche lento) che ci mostra la violenza in una forma completamente nuova, con la vicenda che si svolge quasi in tempo reale (penalizzata purtroppo da inquadrature statiche lunghe anche 10 mins, pesanti per un film ma completamente veritiere in un contesto umano, vedere la discussa scena della Watts), senza buonismi, senza cadute di tono, uscendo dai classici schemi della famiglia presa in ostaggio e concentrandosi più sulle emozioni che sui contenuti (le violenze non vengono quasi mai mostrate, e quando avviene, la cinepresa si sposta sui volti degli altri attori, per vedere le loro reazioni, il loro dolore, il loro sgomento, il loro divertimento).
Un peccato vedere come la scena più sconvolgente e riuscita, quella del telecomando, sia stata invece la più criticata, forse perchè il pubblico l'ha ritenuta una stupidaggine da un punto di vista registico, o forse perchè avrebbe preferito che le cose andassero effettivamente così. Ma bisogna anche fermarsi a riflettere: il regista ci mostra in due secondi la finzione, gli eroismi, la speranza che ci può dare un film, , la soluzione più facile, quello che tutti vorremmo vedere, regalandoci un gran senso di sollievo (una cosa analoga succederà anche in JCVD). Poi, in due secondi, ci sbatte in faccia la realtà, il mondo come va veramente maggior parte delle volte, la cattiveria, quello che tutti in verità vorremmo ignorare. Scelta terribile per chi guarda, ma anche la più azzeccata. Non possiamo voltarci dall'altra parte: nella realtà vincono quasi sempre i cattivi, e questo è quello che ci viene mostrato.

Stupendo anche il finale. In fin dei conti, quando un giocattolo stufa, che sì fa? Lo butti via e te ne fai comprare uno nuovo, senza pensarci più di tanto.

In conclusione, Funny Games è un'ottimo thriller, sconvolgente e sfortunatamente poco capito, limitato solo ed esclusivamente nella scelta registica di mostrare tutto in tempo reale con molte inquadrature interminabili e sequenze senza stacchi, il che può essere un pregio per chi apprezza (come il sottoscritto) o un gran difetto.
Grandioso, sottovalutato, ma comprensibilmente non per tutti i gusti.